Lavoro agile: un dipendente su 5 disposto anche alla riduzione dello stipendio per mantenerlo
Tra gli intervistati, il 54,2% non vorrebbe invece mai lavorare da remoto
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Sono quasi un terzo gli occupati gli italiani che lavorano da remoto e, di questi, il 60,8 per cento lo fa per almeno tre giorni a settimana. Una nuova modalità al centro di “Il lavoro da remoto: le modalità attuative, gli strumenti e il punto di vista dei lavoratori", uno studio realizzato dall’Inapp, l’Istituto Nazionale per l'Analisi delle Politiche Pubbliche, che si riferisce al periodo tra marzo e luglio dell’anno scorso secondo il quale sono 7,2 milioni i lavoratori impegnati a distanza almeno un giorno a settimana con la maggioranza (il 54,7%) che giudica positivamente questa situazione.
Non solo: è emerso che quasi il 46% degli interpellati vorrebbe continuare a svolgere la propria attività in modo agile almeno un giorno e il 24% tre o più giorni a settimana. Il 54,2% non vorrebbe invece mai lavorare da remoto.
Tra le conclusioni del rapporto, il fatto che pur di rimanere a lavorare da casa, un dipendente su cinque accetterebbe un’eventuale riduzione della retribuzione, segno che – spiega l’Inapp, “un ipotetico miglioramento nella qualità della vita presenta un valore economico immediatamente scontabile".
I lavoratori in “smart” sono triplicati nel numero rispetto a prima della pandemia dovuta al coronavirus quando, a distanza, erano impiegati anche occasionalmente 2,4 milioni di lavoratori. Ma il numero è diminuito rispetto ai primi mesi dell’emergenza quando erano 9 milioni.
Altro impatto significativo riguarda le 191.046 denunce di contagio avvenuto sul posto di lavoro fino a dicembre 2021 e 811 morti a causa dell'infezione presa lavorando. L'assenza del lavoratore contagiato è in media di un mese.
I morti per Covid sul lavoro sono lo 0,6% dei morti complessivi per l'infezione mentre i contagi sul lavoro sono il 3,1% dei contagi nazionali.
Lo studio, che si basa su un campione di oltre 45mila interviste, ha messo in evidenza come, guardando alla distribuzione dei giorni lavorati a distanza nel 2021, si osservi ad esempio che il 49,7% era impegnato in modalità agile da 3 a 5 giorni, l'11,1% per più di 5 giorni a settimana e solo l'11,6% per un solo giorno. Il giudizio sul lavoro da remoto, secondo la ricerca, è complessivamente positivo per la maggioranza degli intervistati (il 54,7%) ma il 63,9% ritiene che generi isolamento e circa il 60% che non aiuti nei rapporti con i colleghi.
(Unioneonline/s.s.)