Caffè, pane, farina, prodotti panificati, dolci, pasta e olio stanno subendo fortissime pressioni al rialzo dei prezzi, con conseguenze importanti su baristi e ristoratori e segnalazioni di aumenti generalizzati e indiscriminati anche in Sardegna.

Il presidente della Fipe Confcommercio Sud Sardegna, Emanuele Frongia, si unisce dunque all'appello del vice presidente vicario di Fipe-Confcommercio Aldo Cursano che chiede l'istituzione di un tavolo di monitoraggio al Mise insieme a tutte le componenti della filiera.

"L'allarme è scattato da giorni sul rincaro di pane e pasta, a ottobre abbiamo assistito a un aumento dei prezzi fino a punte dell'81% per le farine – spiega Frongia – questo è un danno per noi e per i nostri clienti".

Frongia parla di una "pericolosa escalation dei prezzi che mette a rischio anche le produzioni in vista delle festività natalizie, alcune materie prime sono anche di difficile reperibilità".

In Sardegna, rispetto a quasi tutto il resto d'Italia, c'è anche il problema dei trasporti. "Pensavamo di poter iniziare a respirare in vista del Natale, invece per la nostra categoria si tratta dell'ennesima stangata nell'arco di due anni che si aggiunge ai rincari dell'energia", il commento dell’associazione di categoria.

Secondo una stima di Fipe Confcommercio, il prezzo del caffè potrebbe arrivare a 1,50 euro, si potrebbero toccare i due euro per un cappuccino che insieme al cornetto passerebbe da una media di 2,40 euro attuali a 3 o 4 euro. 

(Unioneonline/v.l.)

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