"Il via libera al trattato Ceta penalizzerebbe l'agnello di Sardegna Igp legalizzandone la sua falsificazione".

Lo afferma Battista Cualbu, presidente del Consorzio di tutela dell'agnello di Sardegna Igp, che conta oltre 4mila pastori associati e 755mila agnelli certificati.

Il riferimento è al trattato di libero scambio firmato da Unione Europea e Canada il 30 ottobre 2016, che potrebbe penalizzare gli allevatori dell'Isola.

Ora l'accordo sarà in discussione nei parlamenti degli Stati Membri dell'Ue, tra cui anche l'Italia.

Per questo Cualbu lancia un appello ai deputati "in particolare ai sardi, affinché si schierino in difesa dei prodotti della propria terra e si oppongano alla ratifica del Trattato. L'agnello di Sardegna Igp non è solo uno dei simboli del nostro prezioso patrimonio agroalimentare, ma un prodotto genuino e sicuro allevato secondo un disciplinare. Gli agnelli mangiano latte dalle madri che brucano l'erba, allevate nel rispetto del benessere animale, con metodologie non impattanti".

Il presidente del consorzio sottolinea come la carne dell'agnello sardo certificato Igp faccia "bene alla salute e sia consigliata dai pediatri per la dieta dei bambini appena svezzati, e faccia parte della dieta della longevità che ha consentito ai sardi di vantarsi di essere la seconda regione più longeva del mondo dopo Okinawa".

L'accordo commerciale con il Canada lascia infatti senza alcuna tutela dalle imitazioni 250 delle 291 denominazioni dei prodotti agroalimentari made in Italy riconosciute dall'Unione Europea (Dop/Igp) e tra questi c'è anche l'Agnello di Sardegna Igp.

Il trattato, infatti, concede la possibilità di chiamare con lo stesso nome produzioni del tutto. Un provvedimento che, secondo Cualbu, di fatto legalizza la pirateria agroalimentare.

"Le imitazioni sono il nostro peggior nemico - sottolinea il presidente del consorzio di tutela -. Questo accordo legalizza una truffa e da il via libera alla concorrenza sleale perché consente di chiamare con lo stesso nome prodotti del tutto diversi. Inoltre crea un precedente per futuri accordi commerciali con altri Paesi. Per il nostro agnello sarebbe un duro colpo che arriva in un momento difficile. Vanificherebbe il duro lavoro che stiamo portando avanti con la proposta di diversi nuovi tagli e la ricerca di nuovi mercati".
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