Incendi, nell’Isola sbarca il “cartel del fuego”
Il business aereo al centro di una grande inchiesta internazionale: in Sardegna scoppia la guerra
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Hanno scelto un motel, come si conviene agli incontri clandestini. Periferico, modesto e insospettabile. La periferia estrema è quella di Manzanares, a sua volta disperso paesotto di Ciudad Real, nella regione della Mancia, la famosa “terra secca” di Spagna. A due ore di macchina da Madrid, lontani da tutto e da tutti, persino dal quartier generale di quella che allora, correva l’anno 2001, era la Faasa, Fumigacion Aerea Andaluza. Di certo di casa, in quella estrema periferia dell’Andalusia, era Miguel Angel Tamarit Campuzano. Non un nome qualunque in terra di Spagna. Ora uno dei signori degli elicotteri in terra di Sardegna. L’hotel prescelto per l’incontro è El Cruce, una sorta di presidio ad ore in mezzo all’autostrada per il sud, direzione Siviglia. A fare gli onori di casa è proprio lui, Miguel Angel, un ex pilota commerciale con il pallino degli affari. Quelli del fuoco prima di tutto.
Sorelle del fuoco
In quel ritiro tanto anonimo quanto sospetto il 20 settembre del 2001 si firma il “patto delle sorelle del fuoco”. Ci sono tutte o quasi, sono le società spagnole che traguardano con disgustosa bramosia il business del futuro, quello degli incendi. I magistrati spagnoli osservano. Scrutano e pedinano. Registrano spostamenti e sequestrano atti. Per anni, sino alla svolta. I documenti di “chiusura indagine” nel 2018 sono circoscritti: “Vi sono razionali indizi di reato della partecipazione di società, e/o, se del caso, di persone fisiche, interessate dalle società partecipanti ai fatti oggetto di indagine, che hanno creato una fittizia “Associazione", dall'anno 2001 ai giorni nostri, in Palma del Río, soggiornando in modo concertato normalmente presso l'Hotel El Cruce nella città di Manzanares”.
Non mangiano “tapas”
Gli inquirenti sanno bene che in quell’albergo per consumazioni rapide non si sono dati appuntamento per mangiare “tapas”. «Sono state predisposte – raccontano gli inquirenti – in relazione a gare pubbliche sia nazionali che regionali, ma anche a livello internazionale, nel caso di Portogallo, Italia e Cile, intese per orchestrare appalti con regole contrarie ai principi della libera concorrenza, come il rispetto a tutti i costi delle proprie aree di influenza». La clausola dell’accordo per governare gli appalti dell’antincendio in Spagna, e non solo, era sottoscritta senza dubbi interpretativi. Patti chiari, appalti assicurati. Per i giudici spagnoli è lì che è nato “el cartel de fuego”. A Sagunto, sede del Tribunale di Valencia, i giudici hanno capito subito che non si trattava di un’organizzazione per fare spiccioli. La partita è talmente ampia che la competenza passa in un batter d’occhio dal Tribunale di Sagunto alla Corte centrale spagnola.
Il complotto del “fuego”
I giudici che accettano il trapasso delle carte lo scrivono a chiare lettere: «Il complotto per modificare il prezzo delle gare e degli appalti pubblici per i servizi di spegnimento degli incendi boschivi non ha interessato solo la Comunità Valenciana, ma si estende anche ad altre regioni come la Catalogna, l'Estremadura, le Isole Baleari, l'Andalusia o le due Castiglia e la stessa Amministrazione Centrale dello Stato, con il Ministero dell'Ambiente». Il cartello del fuoco finisce nelle maglie del tribunale nazionale che assume totalmente sia la competenza che la giurisdizione sulla “trama” dei contratti antincendio sottoscritti in Spagna. Un “complotto corruttivo” con arresti eccellenti di uomini politici e non solo, funzionari e imprenditori.
250 milioni di euro
In totale 26 persone finiscono sotto inchiesta per appalti che, secondo i giudici spagnoli, avrebbero generato una truffa ai danni della pubblica amministrazione che potrebbe superare i 250 milioni di euro. Una cifra argomentata da Carmen Lamela, il giudice del Tribunale nazionale che, con una decisione motivata, ha accettato la giurisdizione sul “cartel de fuego”. Le carte sequestrate in Spagna sono un pozzo senza fondo. Conversazioni, atti notarili, intrecci oscuri e perversi, tutti con al centro la tanto invocata lotta agli incendi. Peccato, però, che il sistema fosse collaudato in tutt’altra direzione: pilotare gare d’appalto, scrivendo per conto delle pubbliche amministrazioni i capitolati, portando alle stelle i costi operativi e gestionali, a volte anche il 30% in più, pianificando a tavolino i partecipanti e le offerte da fare in ogni contea spagnola. Una rete che sfonda i confini iberici con la velocità del fuoco sotto maestrale, sino ad espandersi in Cile, Portogallo e soprattutto Italia. I reati d’indagine sono definiti: falsità, concussione, peculato, prevaricazione, interdizione di negoziazione, appartenenza ad un gruppo criminale e alterazione del prezzo di appalti pubblici. In Spagna è un terremoto.
Nasce Pegasus
E’ il 27 novembre del 2018. Il Gruppo Faasa, quello del “caballero del fuego”, Miguel Ángel Tamarit Campuzano, cambia nome trasformandosi in Pegasus Aero Group. Nome nuovo ma la generazione dei Tamarit resiste. Passa un anno appena dalla nuova livrea sugli elicotteri e anche il pioniere deve farsi da parte. Apparentemente. Tamarit Campuzano si dimette da presidente della sua creatura. E’ l’inizio del 2020 quando lascia le chiavi al suo successore, ma tutto resta rigorosamente in famiglia. Il suo, però, non sarà un ritiro, nemmeno personale, dagli affari del fuoco.Anzi. Ama le pale rotanti come nient’altro e le idealizza sempre scorrazzanti tra fiamme e fumo. Una vera e propria slot machine, con meccanismi di guadagno che lasciano interdetti: più il fuoco avanza e più bisogna far volare quei dinosauri volanti, più volano e più guadagnano. Un meccanismo perverso che fa storcere tutto, anche ai ben pensanti.
El caballero del cielo
Il “caballero del fuego” quando già sentiva le sirene della Guardia Civil lampeggiare sull’affare aveva deciso di guardare oltre il confine di Madrid. Tra le sue mire finisce una società minuscola. E’ italiana, lontana mille miglia dal business del fuoco, con molti capitali pubblici, debiti e deficit sempre pesanti, la predestinata aveva il compito di soddisfare le esigenze turistiche della Valchiavenna, a due vortici dal Lago di Como. Negli anni la proprietà si alterna dal Consorzio per la promozione turistica della Valchiavenna al Consorzio turistico “Porte di Valtellina”. Resisterà nel 2018 solo uno 0,36 % in capo all’Aviovaltellina S.p.a. Per il resto i privati la faranno da padroni.
Lo sbarco di Elitellina
E’ il 25 febbraio del 2016 quando Miguel Ángel Tamarit Campuzano, il capostipite spagnolo del “cartel del fuego”, entra nel consiglio di amministrazione della società nel frattempo rinominata “Elitellina”. Ruolo defilato, seppur di maggioranza. La società e Miguel, però, non perdono tempo. Gli elicotteri di Elitellina entrano a pieno titolo nel cartello italiano del fuoco, quello finito sotto la lente d’ingrandimento dell’autorità garante della concorrenza. Un cartel del fuego alla “parmigiana”, capace di coinvolgere in un’intesa affaristica le sette sorelle, le sette società che tra la riva nord e sud del Po hanno messo le mani sugli appalti del fuoco e non solo, dalla Sardegna alla Sicilia, dalla Calabria al centro Italia. Una partita dove la Sardegna giocherà, come sveleranno atti e intercettazioni, sequestri e documenti, un ruolo, purtroppo, da protagonista. Gli appalti del fuoco nell’Isola rientrano a pieno titolo nel cartello preso di mira dall’Autorità garante. Condanne pesanti, pesantissime. Tra le società perseguite e condannate ci sono proprio loro, quelle che avevano “vinto” con ribassi irrisori, la penultima aggiudicazione in Sardegna, quella per il periodo 2018/2020, con un ridicolo 0.43 per cento di “sconto”, su costi già di per sé alle stelle.
Terra sarda & fuego
Il blitz spagnolo sugli affari del fuoco in terra sarda, però, si consuma a settembre del 2020. In ballo ci sono altri 14 milioni 489mila euro per il servizio elicotteri per il 2021-2023. Un milione e 200 mila euro in più del precedente appalto dove arrivò una sola offerta. Questa volta, invece, la compagine dell’ultima gara si è letteralmente spaccata. Da una parte i vecchi vincitori e dall’altra i nuovi. Sugli elicotteri che corrono per giorni, ore, settimane e mesi, dietro gli incendi di Sardegna, ora, batte bandiera spagnola. Il “caballero del fuego”, con una doppia mossa, ha fatto fuori i suoi compagni di viaggio italiani aggiudicandosi “provvisoriamente” la gara sarda e con un blitz a fine anno si è comprato il 100% di Elitellina. Ora, Miguel Ángel Tamarit Campuzano, quello del motel della terra secca di Spagna, è presidente con pieni poteri della società che fa volteggiare gli elicotteri marchiati Elitellina sui roghi di Sardegna. Una storia senza precedenti, tutta giocata sul grande affare del fuoco, con molti capitoli segreti ancora tutti da scrivere.
Mauro Pili