Posto fisso addio e fuga dai concorsi pubblici? Succede al Nord – come ha denunciato di recente il ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini – al contrario in Sardegna le domande per le prossime selezioni sono una valanga. Per 60 posti in Consiglio regionale – vari profili professionali – ci sono ben 26.377 aspiranti; per la chiamata di 78 agenti del Corpo forestale i partecipanti sono 12.347. Mentre ci sono ancora da assorbire le graduatorie Laore e Aspal, con oltre un migliaio di idonei che, se e quando verranno contrattualizzati, brinderanno con lo champagne.

Il traguardo

Ha detto Giovannini in audizione alla Commissione Trasporti della Camera che «recenti assunzioni per motorizzazioni e provveditorati sono andate in parte deserte, dei 320 funzionari di amministrazione messi a concorso, una quota consistente ha rinunciato evitando di prendere servizio a meno che non fosse indicata una sede al Sud». E la stessa cosa - ha aggiunto - «temiamo che accada per il primo concorso rivolto agli ingegneri». Il fatto è – principalmente – che le retribuzioni non sono considerate allettanti dove il costo della vita è molto alto.

Diversa la situazione qui. «La crisi generale e la diffusione dei contratti atipici e stagionali, che non assicurano un reddito costante e adeguato al costo della vita, spingono i sardi verso la ricerca del posto fisso: un traguardo ancora ambito soprattutto se l’offerta arriva dalla Pubblica amministrazione», sottolinea il segretario generale della Cgil regionale Samuele Piddiu. «Se è vero che recenti indagini nazionali hanno messo in evidenza il divario tra stipendi pubblici e privati a vantaggio dei secondi e l’insoddisfazione dei lavoratori del pubblico impiego, questo riguarda soprattutto il Nord dove il mercato del lavoro è ancora dinamico mentre qui in Sardegna è strutturalmente debole e in più la media dei salari annui risulta persino più bassa di quella italiana. È evidente che in queste condizioni diventi appetibile la prospettiva di stabilità garantita dal posto pubblico».

Un posto ambito

In Consiglio regionale per il reclutamento di 12 referendari consiliari sono arrivate 2.521 domande, per 15 posti di usciere ben 7.694 richieste. Ora, se quest’ultimo è il ruolo più gettonato ma ovviamente con la retribuzione più bassa, lo stipendio annuo lordo base di un referendario supera i 42mila euro. «C’è la corsa al Palazzo di via Roma perché è uno dei luoghi istituzionali più prestigiosi dove lavorare», spiega il consigliere regionale del Pd Piero Comandini. «Sia da un punto di vista economico, perché qui le retribuzioni sono sempre state più alte anche di quelle dei colleghi della Regione, sia anche per la qualità: sia che si faccia il commesso, sia che si faccia il referendario, si sta direttamente a contatto con l’attività legislativa».

Il Corpo forestale

Partono intanto le prove per assumere agenti del Corpo forestale, dopo 18 anni di stasi. Il 13,14 e 15 giugno saranno chiamati i giovani dai 18 ai 30 che hanno risposto al bando e – nonostante lo stipendio iniziale sia intorno ai 17.400 euro lordi all'anno – la Regione evidenzia una «grande attesa e la voglia di far parte di un grande gruppo di uomini altamente specializzati impegnati nella difesa dell’ambiente». Oggi il Corpo forestale – ha detto il presidente della Regione Christian Solinas – ha ampliato notevolmente le proprie competenze, è una struttura diffusa su tutto il territorio regionale, che opera attraverso 7 servizi territoriali, 82 stazioni forestali, 10 basi navali, alle dirette dipendenze della Presidenza».

I numeri

Dice il consigliere regionale del Psd’Az Piero Maieli: «È vero che le domande sono tantissime, però poi bisogna vedere quanti effettivamente si presentano. È un problema, come ha detto anche il sindaco di Cagliari, molti si iscrivono ma poi disertano, l’abbiamo visto anche per i concorsi Laore, il 70% non ha partecipato. Tanto che ho proposto di istituire una “tassa di partecipazione”, una quota che poi viene restituita quando si va a sostenere il test. Purtroppo molti hanno la falsa convinzione che serva essere “accozzati”, quindi rinunciano in partenza. E sbagliano».

Detto questo, «noi come mission nel programma elettorale abbiamo tra i punti principali proprio i concorsi», prosegue Maieli, «sia perché dobbiamo creare posti di lavoro stabili, sia perché dobbiamo ripopolare gli uffici sguarniti e dare risposte ai cittadini. Spero che il prossimo, a settembre, sia quello dell’Ente foreste più volte annunciato».

Cristina Cossu

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