Si fa sempre più dura la battaglia tra i gestori di carburante e le compagnie petrolifere.

Oltre a una diffida, la prima a livello nazionale, contro i petrolieri e i sindacati di categoria, i circa 300 iscritti dell'associazione autonoma Angac minacciano di aumentare autonomamente il prezzo dei carburanti.

Nella diffida, inviata dagli avvocati Giulia Cartocci e Giuseppe Macciotta, viene chiesto che l'associazione Angac venga invitata alle trattative in atto per il rinnovo degli accordi nazionali di categoria.

È stato messo in evidenza come l'associazione abbia già disconosciuto ufficialmente gli accordi interprofessionali, e definito quelle clausole come un vero "abuso di dipendenza economica".

Ancora, le sigle sindacali Faib Fegica e Figisc si sono arrogate il diritto di partecipare alla contrattazione collettiva, siglando accordi anche nei confronti dei gestori non più associati.

I legali dello studio Macciotta e associati sottolineano come, sebbene negli accordi interprofessionali si ravvede la necessità di "riequilibrare la forza negoziale tra le parti contrattuali, si siano invece, inspiegabilmente, rivelati nel corso del tempo come uno strumento fortemente lesivo degli interessi della categoria".

Alcune delle condizioni contrattuali inserite negli accordi collettivi impongono insostenibili condizioni economiche e di gestione che impediscono, di fatto, ai gestori di organizzare liberamente la propria attività imprenditoriale, determinando invece un prezzo finale imposto dalla compagnie, che non consente un adeguato margine di guadagno (attestato tra i 2 e i 3 centesimi al litro).

Secondo Pinello Balia, gestore del distributore di Sirai, la decisione dei gestori sardi viene seguita con grande attenzione anche dai loro colleghi della Penisola.
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