Il piano casa ha frenato la ripresa: "Il mondo dell'edilizia non si è mosso"
La speranza un anno fa si è trasformata in delusione e così il settore delle costruzioni punta sul 2017 per far ripartire in Sardegna investimenti, cantieri e assunzioni. Le previsioni contenute nel nono rapporto Ance, sebbene non entusiasmanti, confermano il clima di fiducia. L'associazione dei costruttori ha stimato in un modesto 1,1% la crescita del Pil, accompagnata probabilmente da un lieve incremento per ristrutturazioni (+1,4%) e investimenti pubblici (+1,9), a cui farà però da contraltare l'ennesima flessione degli investimenti per le nuove abitazioni (-1,4%).
"Il 2016 doveva dare il via alla ripresa - conferma Pierpaolo Tilocca, presidente regionale dell'Ance - ma non è stato così, anzi, il mondo delle costruzioni non si e mosso. Dal 2008, primo anno della crisi, siamo stati costretti a lasciare a casa 29mila lavoratori, quasi tutti padri di famiglia che non possono più portare uno stipendio a casa, mille dei quali persi solo nell'ultimo anno. Un'emorragia alleggerita tuttavia da alcuni spiragli positivi che ci spingono a guardare al futuro con ottimismo".
IMMOBILI E INVESTIMENTI PUBBLICI - I segnali migliori li ha dati il mercato immobiliare: quotazioni ai minimi, compravendite salite con percentuali a doppia cifra, boom di riqualificazioni e accesso al credito facilitato hanno tenuto a galla le imprese, ostacolate in questi mesi di ripartenza da burocrazia e normative regionali non condivise dagli addetti ai lavori. "Da due anni il nuovo Piano casa sta bloccando un intero comparto - denuncia Tilocca - una legge che si è rivelata controproducente frenando il trend delle ristrutturazioni, l'unica voce positiva degli ultimi anni".
A questo si aggiungono le note dolenti sul versante degli investimenti pubblici. "Non possiamo più tollerare i ritardi con cui si stanziano e spendono i fondi europei - prosegue l'esponente dell'Ance - milioni di euro che devono essere messi subito a cantiere con procedure snelle e trasparenti".
IL NODO DEL CODICE APPALTI - Sì, perché tra le tante pecche della legislazione vigente, per l'edilizia c'è anche il nuovo codice degli appalti, il cui correttivo è ancora al vaglio del Governo. "Un fallimento - taglia corto Tilocca - concepito talmente male da non essere neppure modificabile tramite emendamento. Dovrebbe in teoria stroncare la logica del massimo ribasso e ridurre la discrezionalità delle amministrazioni pubbliche nello scegliere le ditte appaltatrici, ma in realtà non potrà farlo".
Regole chiare e semplici che nei prossimi mesi saranno più che mai indispensabili considerato che fino al 2020 saranno disponibili per l'Isola 2,6 miliardi di euro per investimenti: 90 milioni dalla legge di bilancio nazionale, 347 milioni dai fondi strutturali della Comunità europea, 857 milioni dal Piano Operativo delle Infrastrutture e ben 1,26 miliardi dai patti territoriali siglati per Cagliari e la Sardegna.
"Risorse preziose - conclude il rappresentante dei costruttori - per tutelare il lavoro di migliaia d imprese che, ricordo, nel 2016 hanno assicurato l'11,6% del Pil regionale e il 42,8% del monte lavoratori dell'industria. Una fetta dell'economia sarda che merita maggiore rispetto".
Luca Mascia