Arriva dalla Sardegna il miglior sarto d’Italia. A vincere il Trofeo Arbiter, considerato l’Oscar italiano per la sartoria, è stato Gianfranco Orrù, 63enne stilista cagliaritano. Alla giuria europea di esperti della moda ha presentato “Il bosco in città”, uno spezzato tre pezzi: “Giacca ispirata al modello Norfolk, monopetto, due bottoni, tasconi a toppa con pattine, cinta al punto vita, e gilet in tessuto Coarsehair di Loro Piana. Verde bottiglia per il pantalone in velluto rigato Loro Piana con due pince alla francese”.

Il riconoscimento è stato attribuito “per la capacità con cui ha interpretato il tema”, con “un capo che evoca la campagna, con un tessuto che attinge alle ispirazioni di quelli scozzesi, con una sfumatura di verde che va dal verde muschio al lichene”.
La storia professionale del sarto cagliaritano comincia quando ha solo 14 anni e, dopo le mattine a scuola, inizia a frequentare una sartoria vicino a casa e a osservare il suo maestro che prende le misure ai clienti, taglia i tessuti e cuce gli orli. Per 5 anni Orrù fa l’apprendista in sartoria e frequenta numerose scuole di taglio.
Il lavoro su misura lo realizza nel suo laboratorio di via Dante ma anche in giro per il mondo, ottenendo vari premi.

“Quello della moda in Sardegna è un settore di grande eccellenza e tradizione – spiega -, fatto di una vasta rete di piccoli artigiani, che dal disegno al taglio realizzano capi e oggetti unici. La sartoria artigianale nonostante, o forse grazie alla crisi, è un settore ancora vivace e il sarto-sarta è una professione ‘a tutto tondo’. Il vero problema della professione sartoriale è la scarsa capacità di tramandare questa arte ovvero di non riuscire a trasmettere ai giovani i segreti. Tale problema potrebbe essere risolto programmando la formazione, i corsi e gli stage fin dalla scuola secondaria, perché la manualità e la sensibilità per la lavorazione dei tessuti devono avvenire il prima possibile. La ricetta vincente è dunque presentarsi sul mercato con creatività e qualità. Lo spazio c’è”.
“Il settore della moda in Sardegna, a metà 2020 – sottolinea Confartigianato -, registrava 336 attività con ben 273 realtà artigiane; queste ultime offrivano lavoro a 547 addetti. Infatti, quello che produce capi di abbigliamento, accessori, gioielli e scarpe è ancora un comparto vivo, che prova a reagire cercando nuove, e alternative, fette di mercato”.
“Ancora una volta gli artigiani sardi sono nel gotha del fashion design nazionale e internazionale e di questo siamo molto orgogliosi - commenta Fabio Mereu, presidente di Confartigianato Sud Sardegna – perché queste piccole, ma preziosissime realtà, sono la prova del fatto che anche in Sardegna si può  lavorare bene, realizzando produzioni che non temono la concorrenza. E, lo diciamo con orgoglio, i nostri artigiani della moda non sono secondi a nessuno”.

(Unioneonline/s.s.)

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