Dove sta il cuore di una società? In tempi di delocalizzazioni e di strutture spacchettate per fini diversi, è difficile trovare una risposta univoca. E in più, con una finanza ormai dominante rispetto ai fattori produttivi, si rischia di scoprire che il cuore della gestione caratteristica è separato e ben diverso da quello finanziario.

Gli obiettivi possono divergere e scontrarsi, e i manager trovarsi tra due fuochi, combattuti tra la difesa di una realtà imprenditoriale che ha portato l'azienda ai suoi traguardi e le richieste di chi la controlla finanziariamente (spesso senza alcun ancoraggio alla storia, al contesto e alle persone che hanno contribuito al successo con le loro competenze, il lavoro e i sacrifici).

Il cuore della nostra compagnia aerea di bandiera (Alisarda, poi Meridiana e poi Air Italy), una delle più longeve a livello mondiale, è sempre stato a Olbia.

Non solo perché formalmente vi risiede la sede legale e il Certificato di Operatore Aeronautico, ma perché a Olbia si è sempre fatto tutto, dalla strategia alla gestione quotidiana dell'operativo, dalle manutenzioni al personale, 24 ore al giorno per 365 giorni all'anno, arrivando a governare duecento voli quotidiani tra nazionali, internazionali e intercontinentali.

Olbia è un OCC (Operations Control Center) che niente ha da invidiare a quello di compagnie analoghe nel mondo.

Ovviamente noi sardi abbiamo chiuso gli occhi di fronte a questa realtà qualificante e unica (non esiste un’Air Sicilia, per dire), presi com’eravamo dalle nostre beghe politiche di bassa cucina. Non ci siamo accorti di un primo tentativo di “scippo” di questo patrimonio, nel 2006, all’atto dell’acquisizione - molto discutibile - di Eurofly e della vecchia Airitaly, compagnie piene di debiti e problemi. Una parte del management si è spostata a Milano, una parte ha lasciato la società, il centro operativo e i settori di supporto sono stati ridimensionati. E non ci siamo domandati, nel 2018, i termini dell’ingresso della Qatar, essendo occupati nelle foto e nei proclami di vittoria in stile Diaz (giusto per il centenario).

La verità è che, a fronte dei piani d’impressionante sviluppo dell’Air Italy (la compagnia dovrebbe diventare il riferimento nazionale, impiegare 50 nuovi aerei di ultima generazione in via di acquisizione, per il corto e lungo raggio; far crescere il centro di controllo sino ad occupare oltre cento persone; sviluppare i settori interni ed esterni per adeguarli ai nuovi traffici, e promuovere in tal modo sbocchi formativi e professionali, importanti ricadute sul territorio, eccetera), nulla sarà lasciato in Sardegna!

Da ribadire che non c’è una ragione operativa per cui questa cancellazione storica (l’ennesima!) della nostra isola debba accadere.

Gli investimenti strutturali che saranno fatti a Milano (ben vengano), e il numero di voli e passeggeri previsti per Malpensa (che rimarrebbero ovviamente invariati, non toccati dal presente discorso) non pregiudicherebbero il mantenimento della sede, dell’OCC e di alcuni servizi di supporto a Olbia - dove già esistono competenza e storia industriale, e dove c’è un’impellente necessità di sostegno all’occupazione e alla crescita professionale.

Discutere i progetti strategici vuol anche dire fissare paletti, dettare delle condizioni e non cedere su alcuni punti fondamentali quali, appunto, l’interesse precipuo della Sardegna. Quando Hollywood sbarcò a Roma negli anni 60, Andreotti fece una legge per cui gli americani dovevano lasciare il 50% dei proventi dei loro film in Italia. Questo rivitalizzò per decenni un’importante industria. Senza chiudersi, dunque, ma trattando. La nostra politica cosa ha negoziato e ottenuto?

L’economista Michael Porter scrive che uno stato non deve fare l’imprenditore, ma assicurare lo sviluppo economico garantendo le adeguate infrastrutture, una ragionevole ed equa tassazione, la lotta alla criminalità, un sistema giudiziario efficace e i corretti accordi. Il governo della Sardegna non solo non garantisce quanto dovuto, ma rappresenta esso stesso il problema.

L’Alisarda, un dono incredibile, una meravigliosa arma competitiva della vitale strategia turistica, è stata smontata e cancellata. Un governo di progresso, dunque, verso il fatale spopolamento. Bonifacio VIII, passando l’aratro e il sale sulla città di Palestrina, non ha fatto di meglio.

Ciriaco Offeddu

Manager e scrittore
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