“La pandemia da Covid-19, oltre a generare drammatiche conseguenze sanitarie ha anche scatenato una crisi economica senza precedenti. Tanti sono i settori economici coinvolti che, ancora oggi, hanno avuto esigui ristori economici, nonostante i gravi danni subiti. Tra questi, senza margine di dubbio vi rientra il settore delle imprese di intrattenimento da ballo e di spettacolo”.

Lo ha dichiarato Piero Muresu, Presidente per la Provincia di Sassari del SILB Confcommercio, il Sindacato delle discoteche del Nord Sardegna.

“Il nostro settore è caratterizzato da imprese che forniscono un servizio ricreativo non solo alla popolazione residente, ma anche ai milioni di turisti che – in condizioni normali - visitano la nostra Isola. Infatti, lo svago e il sano intrattenimento rappresentano un asset fondamentale dell’offerta turistica sarda, sostanzialmente fondata sul segmento leisure”, spiega Muresu.

“E’ doveroso ricordare che da quando è partita la pandemia, le discoteche stagionali-estive in Sardegna hanno potuto aprire solamente dal 15 luglio al 16 agosto 2020 totalizzando nella migliore delle ipotesi quattro serate di lavoro; mentre le discoteche stagionali-invernali sono completamente chiuse con fatturato azzerato da febbraio 2020”, ha continuato.

“Occorre quindi che anche le amministrazioni locali tengano in considerazione questi fatti e intervengano a sostegno delle nostre aziende. Tra le altre cose la pandemia oltre a avere pressoché azzerato i fatturati 2020 delle discoteche, ha anche sostanzialmente azzerato la produzione di rifiuti da parte delle stesse. A maggior ragione per quanto riguarda l’anno in corso, nel quale i decreti in vigore impongono la totale chiusura dei nostri locali fino al 31 luglio 2021 ed è assai probabile che il divieto prosegua per tutto l’anno”, ha evidenziato il presidente provinciale del SILB Confcommercio.

“Per tale motivo, oltre a essere intervenuti come SILB Confcommercio a livello statale e regionale per richiedere adeguati ristori per il tracollo subito dalle nostre aziende a causa del disastro causato dalla pandemia, abbiamo anche chiesto ai Comuni del territorio di intervenire sulla Tari. Infatti, la mancata produzione di rifiuti sia nel 2020 che nel 2021 giustifica ampiamente la richiesta di esenzione dal pagamento della TARI 2021 e la rimodulazione di quella relativa al 2020”, ha concluso.

(Unioneonline/F)

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