I lavoratori delle piattaforme digitali vanno considerati dipendenti a tutti gli effetti e sono ben 4,1 milioni quelli che potrebbero veder cambiare il loro status con le nuove norme europee, passando da collaboratori ad assunti.

Questo il contenuto della proposta legislativa che la Commissione europea discuterà domani e presenterà giovedì a tutela dei rider e dei lavoratori della gig economy, con la cosiddetta presunzione di subordinazione.
Bruxelles prevede una serie di criteri per stabilire se una piattaforma possa essere equiparata a un datore di lavoro: se i lavoratori non corrono rischio di impresa o se non sono loro a stabilire i prezzi dei prodotti consegnati, non potranno essere qualificati come autonomi.

In caso di controversia, con una inversione dell’onere della prova, sarà il datore a dover dimostrare in tribunale che si tratta di lavoro autonomo.

Inoltre, una parte della proposta riguarderà la trasparenza dell’algoritmo: dovranno essere divulgate tutte le informazioni che consentono di comprendere come la App del food delivery assegna un ranking ai lavoratori, con lo scopo di evitare discriminazioni nei confronti dei rider. 

La rivoluzione dell’Ue è stata accolta positivamente dal ministro del Lavoro, Andrea Orlando, che ha commentato: “Sulla difesa dei lavoratori delle piattaforme digitali, l’Italia è già intervenuta con un protocollo per contrastare il caporalato che riguarda anche settori come quello dei lavoratori delle piattaforme: però questo non è sufficiente. Per questo, assieme ad altri Paesi europei, abbiamo scritto una lettera alla Commissione per sollecitare un’iniziativa a livello di Unione che disciplini queste categorie di lavoratori”. “Ora dobbiamo fare in modo che alcuni aspetti di questa normativa siano anticipati e entrino in vigore immediatamente in Italia”, ha aggiunto l’esponente del governo Draghi. 

Un plauso anche da parte del mondo sindacale. “Si va nella giusta direzione, che è quella che noi abbiamo sempre sostenuto”, ha dichiarato Danilo Morini della Filt Cgil. “La decisione europea va quindi nella giusta direzione”, ha ribadito il segretario Generale della Uiltrasporti Claudio Tarlazzi, "ma il lavoro da fare è ancora molto per assicurare regole chiare e vincolanti per tutti affinché venga scongiurata ogni forma di sfruttamento, troppo spesso incentivato dall’assenza di regolamenti specifici”.

(Unioneonline/F)

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