Una nuova spada di Damocle rischia di cadere sopra la testa del mercato del gas. La chiusura di 10 giorni per manutenzione di Nord Stream, annunciata ieri da Nord Stream Ag, società che gestisce uno dei principali gasdotti che porta il gas all’Europa, portrà a un ulteriore aumento dei prezzi.

Ne è convinto il ministro della Trnasizione Ecologica Roberto Cingolani. Ottimista sul fronte degli stoccaggi, il ministro dice che da questo punto di vista “siamo in una posizione abbastanza buona”, ma non nasconde le insidie. 

Se la Russia chiudesse i rubinetti del gas l'Italia – spiega intervistato da Sky - subirebbe meno di altri Paesi europei: "E’ chiaro però che avremo un inverno difficile e francamente nessuno vuole fare misure restrittive. Un conto è dire abbassiamo la temperatura del riscaldamento di un grado, o dire per qualche mese andiamo avanti con le centrali a carbone, perché intanto risparmiamo gas transitoriamente, un conto è dire dobbiamo interrompere le attività. Questo noi cerchiamo di non farlo".

La stretta della Russia al momento sembra colpire più altri Paesi che l'Italia. "Nel nostro caso ha ridotto del 15% i flussi normali, ma la chiusura di Nord Stream comporterà che ci sarà ancora meno gas e i prezzi aumenteranno perché il mercato del gas è speculativo e ci sarà una ulteriore corsa all'accaparramento".

(Unioneonline/L)

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