Non si ferma il prezzo del Gas. Un’ascesa inarrestabile: vola oltre 340 euro e si attesta un soffio sotto 339 euro. E si trasferisce velocemente sui prezzi dell'elettricità. Sfonda nuovi record in Gran Bretagna, Germania e Francia. In Italia tocca il massimo di 870 euro a megawattora, anche se segna un prezzo medio di 713 euro, oltre 200 euro in più rispetto a sette giorni prima, con un balzo di oltre il 25%. 

Un allarme rosso che preoccupa imprese e lavoratori, ma anche le istituzioni. Il governo è al lavoro: da una parte per il piano di emergenza, dall'altra per valutare nuovi sostegni, mentre dalle parti sociali arriva un forte pressing con la richiesta di un decreto.

Si muove anche la Ue, che presto convocherà una riunione urgente dei ministri dell’energia “per discutere le misure di emergenza per affrontare la situazione energetica”, ha detto Petr Fiala, presidente della Repubblica Ceca che guida il turno del semestre europeo. Riunione che si terrà entro la metà di settembre e in cui si parlerà del tetto al prezzo del gas e della possibilità di svincolare il prezzo dell'energia elettrica dal prezzo massimo del gas.

Quello che si preannuncia appare ora un autunno di fuoco, la miccia che parte dal gas si sta trasferendo rapidamente all'elettricità, e poi sui prezzi degli altri beni. Brucia i redditi delle famiglie e pesa sui conti delle aziende.

I PARTITI

Il tema ovviamente agita la campagna elettorale. Giuseppe Conte chiede al governo “risposte concrete”. Ovvero, “scostamento di bilancio, tetto al prezzo del gas e tassazione degli extraprofitti”, ricordando che “ci sono 9 miliardi da recuperare”. Il leader M5S lancia un appello ai partiti: “Andiamo subito in Parlamento per sostenere interventi massicci, si è già perso troppo tempo”.

Enrico Letta propone “un tetto alle bollette elettriche” e il “raddoppio del credito d’imposta che consente alle imprese di non chiudere e alle famiglie di avere immediatamente un ristoro”.

Carlo Calenda invece chiede di sospendere la campagna elettorale per consentire al premier di attivare un “piano di emergenza” e avverte i partiti: “Per chiedere a Draghi di intervenire e farlo in maniera credibile occorrono alcune premesse: dichiarazione di Meloni e Letta a favore del rigassificatore di Piombino da fare in tempi brevi, impegno a non mettere veti al gas egiziano”.

Matteo Salvini rilancia il nucleare e avverte: “Se il prezzo non scende, il prossimo governo dovrà razionare luce e gas. Servono 30 miliardi per famiglie e imprese, siamo pronti a votare un provvedimento”. 

Ma l’ultima parola, almeno fino al 25 settembre, spetta a Mario Draghi.

(Unioneonline/L)

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