Il 75% delle imprese agricole sarde è interessato alle produzioni di energia elettrica da fonti rinnovabili, in particolare agrisolare e agrivoltaico, il primo da installare sui tetti degli immobili strumentali dell'azienda agricola e il secondo da installare sui terreni agricoli, con strutture alte 3 o 4 metri dove sotto i pannelli si devono coltivare (obbligatoriamente) colture agricole.

L'analisi è del Centro studi agricoli che ha incontrato migliaia di imprenditori delle campagne su questo tema. Per Tore Piana, presidente del Csa, "un forte impulso è stato dato dalla crisi energetica a causa del conflitto tra Ucraina e Russia, fra i maggiori produttori di gas importato in Italia. Inoltre - aggiunge - la crisi economica e gli alti costi di concimi, mangimi, gasolio e appunto dell'energia portano l'azienda a ricercare fonti alternative di reddito fra le attività connesse a quella principale agricola".

Durante le riunioni la maggioranza degli agricoltori ha detto di conoscere almeno superficialmente l'agrivoltaico ma un buon 50% dichiara che manca una adeguata informazione. "Girano tante notizie e fake, in particolare sui canali social - osserva Piana - Certo non aiuta il quasi vuoto normativo delle leggi e dispositivi regionali (fermi al 2011 cui l'unico riferimento resta il PPR): urge approvare una legge sulla materia, necessaria a far chiarezza. La Sardegna è una delle poche regioni ad non averla". 

(Unioneonline/v.l.)

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