Dopo Standard & Poor’s, che pochi giorni fa ha diffuso stime più ottimistiche sulla crescita del Pil italiano (da +6% a +6,4%), anche Fitch promuove l’Italia. L'agenzia statunitense ha infatti alzato il rating da BBB- a BBB con outlook (ovvero previsione a medio e lungo termine) stabile.

La società di consulenza parla di una ripresa economica "robusta" del nostro Paese, stimata nel 2021 al +6,2% e al 4,3% nel 2022.

"Gli elevati tassi di vaccinazione, i risparmi del settore privato e l'uso dei fondi europei sosterranno le dinamiche di crescita", si legge nel documento di Fitch.

Gli alti tassi di crescita aiuteranno anche la situazione dei conti pubblici: per quest’anno il deficit è infatti stimato all'8,9%, in deciso miglioramento rispetto alla precedente stima dell'11,4%.

Il debito calerà probabilmente sotto il 154% del Pil entro la fine di quest’anno, dopo il picco del 155,6% registrato alla fine del 2020. Nella sua analisi l’agenzia di rating include anche il più importante appuntamento politico italiano del 2022, l'elezione del nuovo presidente della Repubblica nel febbraio 2022: il presidente del Consiglio Mario Draghi è un "potenziale candidato" e quindi "l'elezione potrebbe avere un effetto diretto sul futuro del governo", che si trova chiamato a riforme strutturali.

Secondo il Tesoro, i giudizi positivi delle agenzie di rating "confermano la solidità della linea di politica economica perseguita dal governo e l’esigenza di proseguire con vigore sulla strada delle riforme e degli investimenti, secondo il piano concordato con l’Europa”.

A commentare i dati anche il commissario Ue all’Economia, Paolo Gentiloni, per il quale la decisione di Fitch "conferma il fatto che l’Italia sta andando nella giusta direzione. Il livello di crescita mostra che l’Italia è tra i Paesi che stanno crescendo di più – credo che solo la Francia crescerà di più quest’anno – e anche nel 2023 è prevista una crescita intorno al 2,5%: una cosa che non accade da anni. Questa è la via maestra per uscire dalla crisi della pandemia, perché se hai un livello così alto di debito, la crescita è la prima via d’uscita".

(Unioneonline/F)

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