Il G20 di Venezia ha raggiunto l’accordo sulla tassazione delle multinazionali.

"Abbiamo raggiunto un’intesa storica per un sistema fiscale internazionale più stabile e giusto", si legge nel comunicato finale approvato dai ministri delle Finanze e dai governatori. 

"La concorrenza fiscale non viene abolita ma in qualche modo regolata", ha commentato il ministro dell'economia Daniele Franco.

La riforma della tassazione delle multinazionali ha ricevuto il via libera, sulla base dei due pilastri della redistribuzione degli utili delle imprese fra i Paesi e della tassa minima globale al 15%. Dovrà poi esserci un negoziato tecnico per arrivare a un accordo vero e proprio al G20 dei capi di Stato e di Governo, che potrebbe entrare in vigore entro il 2023: il ministro delle Finanze tedesco Olaf Scholz si dice "fiducioso che troveremo un’intesa" e il collega francese Bruno Le Maire auspica che sia "ambizioso".

Ieri si è tenuto anche un Panel di esperti di altissimo livello, fra cui il segretario al Tesoro americano Larry Summers e la numero uno del Wto Ngozi Okonjo-Iweala, secondo cui il Covid è solo "una prova generale" delle pandemie future.

Servirà dunque un aumento dei finanziamenti pubblici internazionali di almeno 75 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni - 15 miliardi l'anno - per colmare le principali lacune nella prevenzione e preparazione alle pandemie, raddoppiando i livelli di spesa attuali. 

Al centro del G20 anche la tassazione per il cambiamento climatico. La direttrice generale del Fmi ha chiesto un "segnale potente" sui prezzi delle emissioni di CO2: dovrebbero essere a 75 dollari per tonnellata, sono a tre dollari.

(Unioneonline/F)

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