Un oceano di offerte nel quale rischiano di naufragare migliaia di sardi. Il mercato dell’energia è pronto all’ennesima rivoluzione e fra meno di cinque mesi dirà l’addio definitivo al mercato tutelato per dare il benvenuto a quello a tutele graduali. Un passaggio insidioso, che dal prossimo primo luglio sarà obbligato per i circa i 200mila sardi che non hanno ancora fatto il salto al mercato gestito dagli operatori privati, preferendo (chi con consapevolezza, chi invece per pigrizia) di restare in quello calmierato, e per certi versi più tranquillizzante, dall’Arera.

Il bivio tuttavia è tutt’altro che semplice da imboccare. Le tariffe applicabili con tutele graduali non saranno ufficializzate prima di giugno, per cui gli utenti avranno pochi giorni per decidere il proprio destino rischiando, in caso di scelta sbagliata, di spendere migliaia di euro in più.

Le condizioni

Il Servizio a tutele graduali riguarderà tutti i clienti domestici non vulnerabili (ovvero né over 75 né disabili) che a luglio 2024 non avranno un fornitore di energia elettrica sul mercato libero. I fornitori per la Sardegna saranno due, entrambi vincitori delle aste pubbliche indette dal Garante. La fatturazione sarà bimestrale, non sarà richiesta alcuna garanzia al cliente e le tariffe saranno bloccate per periodi prefissati.

«La gestione del Servizio a tutele graduali in Sardegna, come in tutta Italia, partirà il primo luglio e durerà 33 mesi», spiega Paolo Bellotti, Responsabile Marketing e Vendite di A2A Energia, il fornitore che pochi giorni fa si è aggiudicato l’asta per la gestione degli utenti dei distretti di Cagliari, Oristano e Sud Sardegna rimasti fino a ora nel mercato tutelato e destinati a trasferirsi fra meno di cinque mesi proprio al Servizio a tutele graduali. «Durante il periodo di valenza del servizio di tutele graduali le aziende vincitrici delle aste applicheranno un corrispettivo fisso derivante dall’esito delle aste stesse pari a – 73 euro/anno che rappresenta un risparmio annuale complessivo di circa 130 euro rispetto all’attuale mercato tutelato. Tale corrispettivo verrà poi rimodulato di anno in anno in base alla platea di utenti rimasti nelle diverse aree. Occorre infatti ricordare che i clienti presenti nel servizio a tutele graduali dopo il primo luglio potranno solo passare al mercato libero, ma non sarà possibile fare il percorso contrario, ossia trasferirsi da un operatore del mercato libero al gestore del servizio delle tutele graduali del proprio territorio».

C’è poi un passaggio non di poco conto da chiarire: «I clienti non dovranno fare nulla e non sono previsti costi o adempimenti particolari per il passaggio al nuovo fornitore», aggiunge Bellotti, «riceveranno una comunicazione con tutte le informazioni con l’avvio del Servizio delle tutele graduali».

Critiche

La questione è però tutt’altro che trasparente. Almeno per le principali associazioni di difesa dei consumatori, unanimi nel lanciare un appello di prudenza ai cittadini, affinché non cadano nella trappola di offerte poco chiare e sconvenienti.

«Il mercato è una giungla intricata e l’Arera, il garante che dovrebbe in teoria vigilare, contribuisce a renderlo ancor più incomprensibile», si lamenta Giorgio Vargiu, presidente regionale di Adiconsum. «Ciò che sappiamo è che il nuovo mercato a tutele graduali dovrebbe assicurare risparmi medi di circa 73 euro a famiglia sulle attuali tariffe del mercato tutelato, che a loro volta si sono dimostrate ben più convenienti di quello libero».

Motivi più che sufficienti per il rappresentante dei consumatori per avere almeno una certezza: «Chi è rimasto al mercato tutelato non lo lasci ed entri in automatico al Servizio a tutele graduali», dice Vargiu, «senza lasciarsi abbindolare da operatori privati senza scrupoli che faranno di tutto in questi mesi per assicurarsi nuovi clienti, sapendo infatti che dopo il primo luglio non sarà più possibile lasciare il mercato libero».

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