Fallisce il tentativo di accordo fra il ministro Carlo Calenda e i rappresentanti della Embraco: il gruppo brasiliano, parte di Whirlpool, ha detto no alla proposta di ritirare i 497 licenziamenti (su 537 posti) e attivare la cassa integrazione nello stabilimento di Riva di Chieri, nel torinese.

"Un atteggiamento che non si comprende - ha detto il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda - perché la differenza fra le due proposte è 'non materiale', se non fosse che la cassa integrazione ci permette di fare un percorso di reindustrializzazione in continuità e quindi è molto importante anche perché ci sono imprenditori interessati".

"Dall'azienda si conferma atteggiamento di totale irresponsabilità. Ci troviamo di fronte al peggior caso di una multinazionale che dimostra totale mancanza di sensibilità nei confronti del lavoratori e totale mancanza di rispetto nei confronti del governo. Ne prendiamo atto e agiremo di conseguenza. Nel frattempo attiviamo urgentemente un lavoro con Invitalia per cercare di trovare un percorso di reindustrializzazione in tempi molto brevi perché abbiamo poco piu di un mese".

Poi la gaffe: il ministro biascica la parola "gentaglia", si morde la lingua e afferma che non li vuole più incontrare perché "ne ho fin sopra i capelli di loro e dei loro consulenti del lavoro italiani".

"C'è un atteggiamento di totale irresponsabilità verso 500 famiglie, verso la comunità piemontese ed il governo", ha detto il presidente del Piemonte Sergio Chiamparino.

"È una situazione inaccettabile, una presa in giro", il commento del sindaco Chiara Appendino.

I lavoratori, che oggi hanno bloccato anche il traffico sulla Torino-Asti, tramite i sindacati di categoria parlano di "decisione scellerata e inaccettabile" valutando l'organizzazione di una manifestazione davanti all'Europarlamento a Bruxelles, per denunciare la decisione della Embraco. La partita, infatti, ora si sposta proprio in Ue.

(Unioneonline/D)
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