Due gelaterie sarde hanno conquistato i "Tre coni" del Gambero Rosso.

"I Fenu" di Cagliari si confermano per il quarto anno consecutivo nell'ambita guida con il massimo riconoscimento, ma c'è anche una new entry. Parliamo di "Dolci Sfizi" di Macomer, di Nicolò Vellino.

FENU - L'artigiano del gelato Fabrizio Fenu, con sua moglie Maurizia Bellu, è noto per i suoi accostamenti che possono sembrare azzardati, ma sono sempre armonici. Gusti che raccontano le eccellenze sarde, con il rigoroso utilizzo di prodotti naturali e freschi.

Fabrizio è figlio d'arte: sin da bambino ha assaporato coni al gusto di ortiche e petali di gelsomino creati negli anni '70 dal papà Gesuino nella gelateria di Marrubiu.

"Da lui ho imparato a trasformare in gelato ingredienti che troviamo comunemente nei nostri orti e campi. Mi piace sperimentare, provare accostamenti insoliti, far lavorare la filiera sarda, utilizzare materie prime fresche di stagione".

Fenu trasforma tutto in gelato: erbe e piante selvatiche, profumi di elicriso e corbezzolo, pecorino, il melone di Baradili, le mandorle sarde. Il suo gelato è un vero e proprio viaggio tra i profumi e gli aromi dell'Isola, ma non solo. "Accogliamo gusti diversi da ogni angolo del mondo, perché se vogliamo che i nostri prodotti siano valorizzati anche oltremare non dobbiamo chiuderci, è dal confronto con altre realtà che nascono nuovi abbinamenti".

DOLCI SFIZI - Soddisfatto anche il pastry chef Nicolò Vellino, titolare della gelateria Dolci Sfizi di Macomer: "È una grandissima soddisfazione aver portato nel cuore della Sardegna, nel mio paese, questo riconoscimento. Dietro a questo risultato ci sono anni di strudio e di gavetta".

Ma anche una scelta coraggiosa, perché Vellino ha lasciato il suo ristorante stellato di Lugano per aprire il locale a Macomer. La sua filosofia? Non dissimile da quella di Fenu: valorizzare i prodotti locali e in particolare il suo territorio tra le colline del Marghine, dove sono molto rinomati miele, olio e zafferano.

Cavalli di battaglia? Il gelato al torrone di Tonara, il sorbetto alle more selvatiche di rovo del monte di Sant'Antonio a Santu Lussurgiu. "In tanti - rivela - mi hanno preso per matto quando ho deciso di rientrare in Sardegna, ma era il mio sogno: dare uno stimolo a tanti piccoli produttori, portare nel mio paese la cultura del prodotto artigianale, perché è da qui che dobbiamo ripartire, abbiamo una tale ricchezza di materie prime di altissima qualità. Dobbiamo solo crederci: con i piccoli produttori si è creato un bellissimo scambio. E ora insieme ci godiamo i Tre coni e questo momento di visibilità per Macomer e i suoi dintorni".

(Unioneonline/L)
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