“Preferiamo la pace o l’aria condizionata tutta l’estate?”. Hanno fatto molto discutere le parole pronunciate due settimane fa da Mario Draghi in merito alla possibilità di sanzioni anche sul gas e sul petrolio russo.

E ora, proprio per scongiurare gli effetti della crisi energetica scatenata dalla guerra in Ucraina, abbattere i consumi e utilizzare meno il gas russo sta per arrivare una stretta sull’aria condizionata. Almeno negli uffici pubblici, scuole comprese. Un piano di austerity chiamato “operazione termostato”.

Le commissioni Ambiente e Attività produttive hanno approvato un emendamento al decreto bollette, che poi ha ottenuto anche l’ok della Camera, che impone una stretta su termosifoni e condizionatori.

Dal primo maggio 2022 al 31 marzo 2023 la media ponderata della temperatura negli edifici pubblici non deve essere inferiore a 27 gradi in estate né superiore ai 19 in inverno, con due gradi di tolleranza (quindi in sostanza minimo 25 gradi in estate e massimo 21 in inverno).

Misura che non si applica a cliniche, ospedali e case di cura. In caso di violazione della norma previste multe dai 500 ai 3mila euro. Il piano consentirebbe di risparmiare tra i due e i quattro miliardi di metri cubi di gas.

Restano due nodi. Il primo è quello dei controlli, che andrebbero fatti in tutti gli immobili della Pa, il secondo è quello di estendere tali regole anche ai privati. Dunque i negozi e tutte le case degli italiani, cosa che pure viene ipotizzata e che complicherebbe ulteriormente il nodo dei controlli.

Altro provvedimento allo studio è quello che potrebbe far calare il buio nei comuni, limitando il numero di lampioni accesi e le ore di illuminazione.

(Unioneonline/L)

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