Per l’emergenza idrica in Sardegna e Sicilia «servono misure straordinarie, delle quali nella Commissione Bilancio della Camera di cui faccio parte non c’è traccia, e interventi mirati. Tra questi, l’erogazione di aiuti economici straordinari per compensare le perdite subite dagli agricoltori, l’attivazione di misure di sostegno per la gestione idrica e l’accelerazione delle procedure per l’ottenimento di autorizzazioni e finanziamenti per interventi di efficientamento idrico e irrigazione».

Così il deputato sardo del Pd Silvio Lai, in una nota ufficiale per sollecitare il Governo Meloni a prendere immediati provvedimenti per contenere la crisi.

«Secondo l’Anbi – spiega Lai - ci sono oltre settecento progetti di manutenzione straordinaria delle infrastrutture idriche nazionali, per un investimento complessivo di 2,3 miliardi di euro, mentre le regioni hanno presentato 562 proposte da 13,5 miliardi per il piano nazionale di interventi strutturali e per la sicurezza del settore idrico, ma serve scegliere le priorità e individuare le risorse con cui realizzarle».

E ancora: «C'è un'emergenza idrica nazionale e il ministero dell’Agricoltura si balocca con premi improbabili e nuove assunzioni nei gabinetti. Lo stanziamento annunciato da 400 milioni e annunciato dal Governo dopo la dichiarazione di emergenza idrica nazionale in Sicilia è insufficiente e trascura la condizione delle altre regioni tra cui la Sardegna. Denunciamo da tempo in Parlamento il grave ritardo (se non l’assenza) del Governo sulla siccità, per contrastare la quale occorre mettere in campo un piano straordinario, quello già annunciato entro giugno dallo stesso commissario dell’Acqua il 22 di marzo scorso, dopo la Cabina di regia per la crisi idrica del 19 marzo. Non c’è più tempo da perdere: sono urgenti le risposte all’intero comparto agricolo».

Per quanto riguardano la Sardegna, sottolinea Lai, «solo qualche mese fa gli esponenti della Giunta di centrodestra esultavano perché le dighe erano piene e ora siamo con le campagna allo stremo e restrizioni idriche che genereranno danni economici gravissimi sino al 50-70% delle produzioni secondo gli imprenditori agricoli».
«In realtà i 5 anni di commissariamento sono stati un fallimento – conclude il deputato  – che deve essere reso chiaro in nome della trasparenza. È vero che i costi degli appalti sono aumentati ma aumentano anche a causa dei ritardi che si accumulano sia se non funziona la parte tecnica ma ancora di più se chi fa il commissario non velocizza la parte politica. Allora, dopo 5 anni di pochi o nessun passo avanti occorre chiarire di chi sono le responsabilità e non proseguire con lo stesso assetto e le stesse procedure. Il cambiamento richiesto non può valere solo per la sanità ma anche per il resto del sistema regionale chiarendo se non hanno funzionato i commissari, ovvero chi doveva prendere le decisioni politiche oppure la struttura tecnica, altrimenti nella notte senza luna non si distingue nulla».

(Unioneonline)

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