I comuni della Sardegna sono stati esclusi dalle aree svantaggiate, non potranno quindi accedere a gran parte degli aiuti comunitari. La decisione è stata presa dal ministero delle Politiche agricole a conclusione del Processo di revisione delle zone svantaggiate.

Le aziende agricole sarde che ricadono nei territori esclusi subiranno un doppio danno: perderanno il diritto di accesso ai benefici istituiti per la compensazione degli svantaggi, e patiranno una penalizzazione del 30 per cento nell'accesso agli aiuti per gli investimenti. Diversi comuni della Sardegna, riconosciuti per la loro tipica specificità rurale, per le loro agricolture, le loro produzioni di qualità che vanno dai carciofi, all'allevamento delle vacchette sarde, sono esclusi dai diritti e messi ai margini della competitività a causa di una decisione che non tiene conto delle condizioni generali delle specificità locali e del territorio regionale nel suo complesso.

La Confederazione Agricoltori Sardegna (Cia) chiede l'intervento della Regione: "L'intero territorio sardo, per la condizione di insularità, è da classificare area svantaggiata; tanto più oggi che la crisi dei vettori aerei e marittimi rendono evidenti i condizionamenti a cui è sottoposta la nostra Isola, con conseguenze drammatiche sul piano economico e sociale".

È un colpo durissimo per gli agricoltori, che dovranno dire addio a una serie di contributi e aiuti economici indispensabili per tenere almeno a galla un settore in fortissima crisi. "Concetti quali coesione sociale, lotta allo spopolamento, presidio dei territori e sviluppo economico vengono per l'ennesima volta bistrattati e messi in discussione da decisioni incomprensibili, assunte peraltro senza il necessario coinvolgimento delle comunità locali", sostengono gli agricoltori.
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