Il vino di oggi è più alcolico di quello che bevevano i nostri nonni. La rivelazione enologica arriva da un’analisi della Coldiretti, il cui studio rivela come negli ultimi 30 anni il tasso alcolico del "nettare degli dei" sia cresciuto di un grado.

"Il surriscaldamento ha anche determinato sempre più spesso un anticipo della vendemmia anche di un mese rispetto alla tradizionale scadenza di settembre", sottolinea l’associazione degli agricoltori, ricordando come nell’ultima vendemmia l’inizio della raccolta delle uve destinate al prestigioso Franciacorta, sia partita nelle vigne del Bresciano addirittura il 4 agosto.

"Mentre le tardive come l'Aglianico e il Nebbiolo – precisa Coldiretti - sono state raccolte entro ottobre, in netto anticipo rispetto agli anni 80, quando per le stesse varietà si arrivava anche a fine novembre".

Di fatto, comunque, in Italia si producono uve più dolci e precoci rispetto al passato, con vigneti estremi che riescono ad estendersi anche a quota 1.200, come quelli nel comune di Morgex, in provincia di Aosta.

(Unioneonline/DC)
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