Gianni Chessa due giorni fa ha usato il fioretto ma la stoccata si è fatta sentire. «Esiste il “caro trasporti” ma in Sardegna c’è anche un “caro vacanze”: dobbiamo smetterla di spennare il turista». A stretto giro di posta la replica degli “spennapolli”.

Albergatori, ristoratori ed esercenti ribattono: «I prezzi per le vacanze nell’Isola sono in linea con il resto d’Italia e d’Europa. Qui il problema sono i trasporti e i servizi “fantasma”».

«Prezzi uguali al 2020»

«L’assessore è fuori tempo. Garantisco che la stragrande maggioranza delle strutture associate a Confesercenti hanno deciso di non aumentare le tariffe in vigore già nel 2021 e nel 2020 - sottolinea Carlo Amaduzzi, presidente regionale di Assohotel - Ma poi basta fare un paragone utilizzando i siti delle prenotazioni per capire che l’Isola non risulta tra le mete più costose. Ovvio che un hotel a 5 stelle si paga qui come ovunque ma l’offerta generale, da noi soprattutto extralberghiera, ha costi in linea se non più bassi del resto d’Italia. Esempio: nel mio albergo negli ultimi due anni abbiamo aumentato di un euro il costo della camere».

Detto questo il numero uno di Assohotel precisa che «l’assessore non può rimbalzare le responsabilità: venire in Sardegna è difficile. Da Londra abbiamo un volo neanche giornaliero, alle Baleari ne hanno una decina». 

«Decide il mercato»

Nicola Palomba, della sezione Turismo di Confindustria: «Non siamo più cari di altre realtà. Abbiamo strutture di extralusso che sono i nostri biglietti da visita, e meno male che ci sono, anzi quel mercato va sostenuto perché fa da traino a tutto il resto. Sul “caro vacanze” è presto detto: esiste un mercato che fa il prezzo. Quanto costa una camera non lo decido io ma domanda e offerta del settore sul quale incide ad esempio il caro energia, il personale che non c’è e il caro merci: tutto influenza il prezzo finale di una camera. Che oggi è uguale a quello che si aveva a gennaio o a un anno fa. Infine ribadisco un concetto: il target della Sardegna non è basso, questa bellissima terra ha un “cliente tipo” medio alto».

E infine la precisazione: «Pensiamo a garantire servizi accettabili, a partire da quelli pubblici. Abbiamo le spiagge più premiate d’Italia che non hanno i bagni, parliamo di nuraghe e poi i siti sono recintati con filo spinato arrugginito, alcuni musei sono tristi benché custodiscano tesori, l’anfiteatro di Cagliari da anni chiuso; di questo si lamentano i turisti».

Il nodo trasporti

«Un caffè lo paghi molto nella piazzetta di Porto Cervo o in piazza San Marco a Venezia – ribadisce Nando Faedda, presidente regionale di Confcommercio - Nell’Isola abbiamo un’offerta variegata che soddisfa le esigenze di tutti. Non è il “caro vacanze” che fa rinunciare il turista a venire da noi ma il “caro trasporti”. Ci sono tariffe assurde che alla fine incidono nella scelta di una meta».

«Accusa non accettabile»

«Dire che esiste il “caro vacanze” senza un’ampia valutazione non si può accettare – analizza Emanuele Frongia, presidente Fipe Sud Sardegna – Quali sono i nostri competitor? Se sono Grecia, Croazia, Spalato, il Nord della Spagna allora è vero, la Sardegna è più cara. Ma dobbiamo anche capire il motivo e fare mille valutazioni. Una su tutte, il valore che si dà allo spendere. Mi spiego, si può andare dove il pesce fresco te lo fanno pagare pochissimo ma la sicurezza dei posti è molto bassa o il contrario? Insomma incidono diversi fattori sulle scelte dei turisti».

(Unioneonline)

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