Hanno sfidato la crisi e per anni sono riuscite a reggere quando negli altri settori l'emorragia di posti di lavoro ha falcidiato l'economia sarda.

Ora sono protagoniste di un boom che sembra non vedere un termine.

Sono le aziende artigiane nel settore del benessere: barbieri e parrucchieri, servizi di manicure e pedicure e centri estetici, che alla fine del 2015 nell'Isola erano 2.830, l'86,9% del totale delle imprese del settore, con una crescita del 2,3% rispetto al 2014.

Imprese che danno lavoro a quasi cinquemila addetti, che si basano sul lavoro e l'imprenditoria femminile ma che soffrono di un male che potrebbe frenarne l'ulteriore sviluppo: l'abusivismo e il lavoro nero a domicilio.

È proprio il boom e la forte domanda nel mercato del benessere - la spesa media annuale delle famiglie sarde per questi servizi è di 265 milioni di euro - a far crescere gli abusivi che, secondo il dossier elaborato dall'Ufficio Studi di Confartigianato Sardegna sui dati di Unioncamere e Istat, arrivano almeno a 1.200 lavoratori irregolari.
© Riproduzione riservata