“Intendiamo proclamare lo stato di agitazione con la mobilitazione di tutti i lavoratori diretti e indiretti della centrale termoelettrica di Fiume Santo”. Così i sindacati delle segreterie generali regionali e dei coordinatori territoriali delle federazioni di categoria dell’industria e dei servizi di Cgil, Cisl e Uil, in occasione dell’assemblea dei lavoratori dell’impianto Ep Produzione, tenutasi nel piazzale della centrale termoelettrica di Fiume Santo a Sassari.

Circa 400 lavoratori che nella fase della transazione energetica, il phase-out dal carbone, per le possibili scelte in corso d’opera nel prossimo Dpcm del ministero della Transazione Ecologica e del ministero dell’ambiente, rischiano di ridursi a meno di 30 unità.

“Vogliamo puntare ad una fase di transazione diretta a produrre energia attraverso le biomasse e a candidare questo territorio affinchè, sulle modalità innovative di produzione energetica come l’idrogeno verde, diventi uno dei pilastri di questa strategia. Sarebbe l’unico modo per determinare nuove possibilità occupazionali, ma per questo chiediamo al Governo e alla Regione di riaprire un tavolo condiviso con le forze sindacali del territorio e di ascoltare le nostre posizioni sul tema energetico”.

Questa la linea espressa dai segretari regionali, Cgil, Cisl e Uil Sassari, Francesca Nurra, Pier Luigi Ledda e Marco Foddai condivisa dai rappresentanti territoriali.

“La decisione tracciata dal ministero dell’Ambiente e della Transazione economica dice che non si farà la dorsale del gas – spiega Massimiliano Muretti, segretario della camera del lavoro Cgil - ma ci saranno due navi gasiere, installate una Sud e un’altra a Nord con i bacini non interconnessi tra di loro. Quella prevista a Nord sarà piccola e, forse, verrà costruita in ragione di un impianto a gas di circa 250 megawatt a ciclo aperto e quindi un turbogas che richiederà l’utilizzo di poche unità lavorative”. 

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