Cantieri paralizzati e lavori per circa mezzo miliardo di euro a rischio.

L'edilizia sarda teme il crac, vittima quasi inaspettata dei tanti bonus casa che avrebbero dovuto rivitalizzare un mercato fiaccato da crisi e pandemia e ora si rivelano invece un boomerang potenzialmente letale per medie, piccole e piccolissime imprese capaci in pochi mesi di guadagnare una fortuna in detrazioni fiscali sulle ristrutturazioni, ma ora impossibilitate a cederle a istituti di credito e Poste a causa dei troppi paletti imposti dal Governo per evitare abusi e truffe.

"Nel 2022 in Sardegna un'azienda potrà morire anche per i troppi crediti fiscali accumulati – spiega Sergio Alciator, dell'Ance, l'associazione costruttori -. Molte banche hanno infatti iniziato a non accettare le detrazioni fiscali garantite dai bonus ristrutturazione e a pagarne le salatissime conseguenze sono proprio gli esecutori dei lavori che vorrebbero cederle per incassare il necessario a pagare materiali e manodopera”. 

Per gli stessi istituti di credito la colpa è delle nuove "norme antitruffa" introdotte dal Governo, che hanno limitato il passaggio dei crediti per evitare illeciti: “Se non cambiano le regole per permettere ulteriori cessioni si creerà un tappo che danneggerà le piccole imprese”.

CAMBIA IL PIANO CASA – Intanto la nuova legge quadro presto metterà fine al vuoto normativo seguito alla pubblicazione della sentenza della Corte Costituzionale che ha bocciato il Piano casa approvato all'inizio dello scorso anno.

Più incentivi significa più metri cubi: il 20% dell'esistente se a fare domanda di ampliamenti sono più strutture edilizie assieme, il 15% se si tratta di singole strutture. Spiega l'assessore all'Urbanistica Quirico Sanna, “un singolo edificio in mezzo a tanti degradati è solo un punto luce, dieci edifici costituiscono già una zona illuminata”. E dunque “è meglio concepire piani globali, su larga scala, anche prevedendo l'estensione alla compartecipazione pubblica che porta anche alla rigenerazione di spazi verdi”.

Della legge, per il momento, esiste solo una bozza che tutti i consiglieri di maggioranza hanno da settimane. Le strade sono due: il testo di dodici articoli potrebbe arrivare in commissione Urbanistica come disegno di legge approvato dalla Giunta, oppure essere portato nel parlamentino come proposta direttamente firmata dai capigruppo del centrodestra. In ogni caso bisogna fare in fretta.

(Unioneonline)

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