Cagliari, lavoratori delle telecomunicazioni in piazza: «Rivendichiamo dignità e diritti»
L’iniziativa rientra nello sciopero nazionale indetto da Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil, a cui hanno partecipato migliaia di lavoratori sardiPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Protesta sotto la sede di Confindustria in piazza Vittime del Moby Prince, a Cagliari. I lavoratori e le lavoratrici del settore telecomunicazioni sono scesi in piazza per chiedere il rinnovo del contratto nazionale, scaduto da 27 mesi e per denunciare il blocco delle trattative da parte di Asstel e Confindustria.
L’iniziativa rientra nello sciopero nazionale indetto da Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil, con un presidio che vede la partecipazione di migliaia di lavoratori sardi, parte di un comparto che conta 5.000 addetti nell’Isola e 300.000 in tutta Italia.
Le principali aziende coinvolte nel settore, da Tim a Vodafone, da Fastweb a Open Fiber, fino ai call center come Konecta, Covisian e Concentrix, sono chiamate in causa dai sindacati: «Devono riconoscere il sacrificio di chi ha affrontato con responsabilità le crisi del settore», affermano le sigle sindacali. Il problema principale? L’abbandono del tavolo delle trattative da parte delle controparti non appena si è aperto il dibattito sulla parte economica.
Oggi a scioperare sono anche gli operatori dei call center di aziende aderenti ad Assocontact, che dal primo marzo sono stati inquadrati con un contratto contestato dai sindacati. Questo nuovo accordo, siglato con Cisal, prevede condizioni peggiorative: pagamenti ridotti in caso di malattia, minori tutele e un aumento salariale irrisorio di appena 7 euro spalmati su tre anni (2025-2027).
«Dobbiamo difendere con le unghie il nostro contratto», affermano i rappresentanti sindacali, sottolineando come la battaglia non sia solo per il salario, ma per la dignità del lavoro.
La speranza è che le controparti tornino al tavolo delle trattative per garantire un contratto equo e per tutelare un settore strategico per l’economia dell’Isola e del Paese.