Una quindicina di aziende, oltre mille addetti tra occupazione diretta e indotto, una realtà produttiva tra le più floride dell'Isola capace di fatturare oltre sessanta milioni di euro l'anno. Eppure il marmo di Orosei rischia di non sopravvivere a dispetto della sua conclamata solidità. Nelle cave della Bassa Baronia il malumore cresce esponenzialmente perché le diseconomie legate alla precarietà del sistema dei trasporti e delle strade rischiano di soffocare l'intero comparto. Eppoi c'è il problema degli scarti di lavorazione, i cosiddetti sfridi, che potrebbero diventare una ricchezza e invece continuano a essere un costo. Nel frattempo giacciono ancora inutilizzati quasi otto milioni di euro che la Regione, tramite il Piano di rilancio del Nuorese, dovrebbe destinare al settore lapideo.

Una cava a Orosei (foto Confindustria)
Una cava a Orosei (foto Confindustria)
Una cava a Orosei (foto Confindustria)

Sul punto però la lieta novella è arrivata nei giorni scorsi. Il piano generale del comparto cave varato dall'amministrazione comunale di Orosei può sbloccarsi. «Dopo il nulla osta dell'ufficio tutela paesaggio, incassato questa estate, è arrivato il parere positivo del Ministero», annuncia Giuseppe Sanna, 60 anni, assessore comunale alle Arrività produttive e imprenditore del marmo. Quindi il comparto potrà sbloccarsi e finalmente usufruire dei finanziamenti del piano di rilancio del Nuorese. È una soddisfazione per tutti noi, e non solo per me, che sono tornato in politica dopo vent'anni in stand by anche perché volevo risolvere questa situazione». Per l'amministrazione comunale e il sindaco Nino Canzano questi sono «i frutti di un lavoro - sostiene Sanna - cominciato all'atto del nostro insediamento. Abbiamo sbloccato il piano generale del comparto cave, che era fermo dal 2008, rifatto un progetto ed esropriato otto ettari di terreno in cui doveva sorgere non una semplice discarica ma un impianto di riconversione dei materiali».

Giuseppe Sanna, imprenditore e assessore comunale alle Attività produttive di Orosei (foto L'Unione Sarda)
Giuseppe Sanna, imprenditore e assessore comunale alle Attività produttive di Orosei (foto L'Unione Sarda)
Giuseppe Sanna, imprenditore e assessore comunale alle Attività produttive di Orosei (foto L'Unione Sarda)

Nel passare degli anni questa discarica si è solo riempita ma è sorta una montagna alta una tretina di metro. Due milioni di metri cubi di materiali di risulta, inerti. In questi tre anni abbiamo risanato la discarica, letteralmente abusiva nel senso che è stata utilizzata impropriamente, in più abbiamo fatto il progetto di risanamento».

IL FUTURO È ADESSO - Gli imprenditori del marmo di Orosei, proverbialmente lungimiranti, sono avvezzi a guardare al lungo periodo, ma in questo momento di crisi planetaria e visto che esportano anche in Cina e Medio Oriente, rivendicano misure immediate per fronteggiare la recessione. Risorse subito, pronta cassa, in attesa di una ripresa dei mercati che consenta di piazzare i materiali invenduti. E a questo proposito le interlocuzioni con l'amministrazione regionale si intensificano. Auspice di un rinnovato e più intenso confronto istituzionale è Franco Mula, ex sindaco del paese, tornato in Consiglio regionale grazie a una autentica valanga di preferenze e diventato capogruppo sardista nel parlamentino di via Roma. «Il marmo di Orosei, commenta Mula con soddisfazione, è di nuovo nell'azienda politica regionale». L'ultima riunione della V Commissione, quella delle Attività produttive del Consiglio regionale, presieduta dall'onorevole Piero Maieli, ha visto come partecipanti gli assessori regionali alla Programmazione Giuseppe Fasolino, al Lavoro Alessandra Zedda e all'Industria Anita Pili e diversi consiglieri regionali tra cui appunto Franco Mula. Porte aperte ovviamente agli imprenditori del settore e al presidente di Confindustria Sardegna Centrale Giovanni Bitti.

Franco Mula consigliere regionale (foto L'Unione Sarda)
Franco Mula consigliere regionale (foto L'Unione Sarda)
Franco Mula consigliere regionale (foto L'Unione Sarda)

CAUTO OTTIMISMO - «Oggi sono stati fatti importanti passi avanti per garantire un presente e un futuro a un comparto industriale fondamentale per il territorio e tutta la Sardegna - ha detto Bitti al termine della riunione -. C'è stato un primo segnale positivo. Siamo soddisfatti dell'attenzione che la Commissione e gli assessori presenti hanno mostrato. Nel corso dell'incontro sono stati approfonditi alcuni temi, soprattutto quelli attinenti alla perdurante crisi di mercato con i connessi risvolti occupazionali. Confindustria e gli imprenditori si sono presentati con una serie di proposte, alcune delle quali accolte in Commissione e sostenute dagli assessori, e questo per noi è un primo risultato che ci dà fiducia».

LE ISTANZE - L'associazione degli industriali nuoresi ha ribadito la sua ricetta per fronteggiare le congiunture sfavorevoli. «Per far fronte al blocco dell'export e salvaguardare la stabilità delle aziende - ha insistito Bitti - abbiamo chiesto risorse per i materiali in attesa di essere venduti alla ripresa dei mercati. Su questo punto abbiamo trovato massima ricettività da parte dell'amministrazione regionale che si è impegnata a mettere in campo già nella prossima Finanziaria i cosiddetti mini-bond per il marmo, innovativi strumenti di finanziamento che consentano alle aziende di far fronte alla contingente crisi dell'export». Centrale, come detto, anche il capitolo investimenti. Gli industriali chiedonono che vengano spesi subito «i 7,7 milioni di euro stanziati per il comparto nell'ambito del piano di rilancio del Nuorese e tutta la commissione e gli assessori si sono impegnati a costituire presso l'Assessorato alla Programmazione un'unità operativa ad hoc per il comparto cave di Orosei. Sono infatti tanti i dossier aperti tra cui quelli su banda larga, viabilità, logistica, condotte idriche, punto di conferimento e riutilizzo degli sfridi: su questo ultimo punto c'è la disponibilità a valutare l'obbligatorietà dell'uso in sede di appalti pubblici dei materiali secondari di lavorazione del marmo». Come è noto gli scarti di lavorazione possono essere impiegati con successo in varie attività legate all'edilizia, come la realizzazione dei sottofondi stradali e dei premiscelati, ma anche in agricoltura, come fertilizzanti, se trasformati in polveri di carbonato di calcio. Visto che il marmo di Orosei è calcio puro al 98 per cento si capisce quale può essere la dimensione dell'affare. Su tutti i temi è stata assicurata la massima attenzione da parte della Giunta e del Consiglio regionale che sin dalle prossime settimane si sono impegnati a dare risposte attraverso una task force dedicata». Soddisfattissimo, ovviamente, Franco Mula. «Sono stati proposti strumenti operativi e interventi mirati a dare immediate risposte alle richieste degli operatori. Risultati conseguiti all'unanimità grazie anche al coinvolgimento positivo dei consiglieri di opposizione, e con cui si spera di poter avviare un intervento per risollevare il settore proteggendo circa mille posti di lavoro se si considera anche l'indotto».
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