La crescita nei Paesi dell'Eurozona è robusta ma l'inflazione "deve ancora mostrare indicazioni più convincenti di un sostenuto aggiustamento al rialzo".

Lo ha affermato Mario Draghi in un'audizione alla Commissione affari economici del Parlamento europeo a Bruxelles.

Il presidente della Bce ha sottolineato gli elementi positivi che arrivano dai mercati europei: "La crescita è più forte di quanto previsto in precedenza e distribuita più equamente tra settori e aree geografiche rispetto a qualsiasi altro momento dopo la crisi finanziaria", ha dichiarato.

"La recente volatilità nei mercati finanziari, specie nel tasso di cambio, merita particolare attenzione per le possibili implicazione sulle prospettive di medio termine di stabilità dei prezzi", ha aggiunto il numero uno della Banca centrale europea, facendo riferimento alle recenti osservazioni dell'amministrazione americana a favore di un dollaro debole, che hanno fatto apprezzare l'euro rischiando di indebolire l'inflazione "importata".

"Dopo aver fluttuato a livelli ben inferiori all'1% per tre anni, con occasionali cadute in territorio negativo, l'inflazione complessiva dell'Area Euro ha oscillato tra l'1,3% e l'1,5% dal maggio dell'anno scorso, attestandosi all'1,3% in gennaio", ha detto ancora Draghi, parlando di un valore ancora troppo basso.

Il presidente ha infine precisato: "Anche se il forte slancio dell’economia dell’Eurozona ha chiaramente rafforzato la nostra fiducia nelle prospettive d’inflazione, servono ancora pazienza e persistenza riguardo alla politica monetaria" per riportare l’inflazione vicino al 2%.

(Unioneonline/F)

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