Battaglia al vertice Ue sugli aiuti europei del Recovery fund. Dopo mesi di videoconferenze i 27 leader tornano a chiudersi nel salone del palazzo del Consiglio europeo. Soli, senza assistenti e separati da ampie distanze (sia fisiche che metaforiche), non sanno quando ne usciranno.

Il vertice, cominciato oggi, durerà due o tre giorni. Per chi pensa che sia il momento decisivo, Merkel ammette che le distanze sono ancora "molto, molto grandi", quindi non è detto che si riesca a raggiungere un risultato definitivo. "E' in gioco il progetto europeo", dice Macron, mentre la Von der Leyen spera che un accordo alla fine si raggiunga.

Volano stracci in particolare tra Giuseppe Conte e il premier olandese Mark Rutte, che chiede l'unanimità del voto in Consiglio (ovvero il diritto di veto, visto che a maggioranza sarebbe destinato a perdere) per autorizzare gli esborsi europei: "La tua proposta sulla governance del Recovery fund è incompatibile con i trattati e inapplicabile sul piano politico", gli si rivolge così Conte.

Ma il primo ministro olandese non demorde, forte dell'appoggio di altri Paesi, i cosiddetti "frugali". Sono Svezia, Danimarca e Austria: vogliono una riduzione del volume totale del Recovery fund e soprattutto della quota di aiuti a fondo perduto. Vogliono anche cambiare i criteri di distribuzione e che questi siano approvati all'unanimità, dando sostanzialmente ad ogni Paese il diritto di veto.

L'Italia è in prima linea con Spagna, Portogallo e Francia, tra gli altri, per difendere i 750 miliardi del fondo, i 500 di sovvenzioni a fondo perduto e per evitare la governance chiesta dal governo olandese.

Il fronte di Visegrad con Polonia e Ungheria alza le barricate sul tema dello Stato di diritto. Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel vuole legare gli aiuti al rispetto delle regole democratiche e dei valori europei.

Conte non cede, la partita è "decisiva" e bisogna vincerla presto, per far arrivare subito sul tavolo quei soldi da spendere. Il premier è determinato a portare a casa un Recovery fund di portata storica, ma che abbia anche meccanismi "efficaci" per accedere ai fondi, altrimenti sarebbe svuotato. Bisogna subito mettere a terra le risorse, e senza l'ombra di una "troika" che possa legare le mani al Paese.

Il premier cerca la sponda di Macron e Merkel per rintuzzare i no dell'Olanda, e con il suo intervento - durissimo - si mostra disposto a tutto per portare a casa il risultato. Se Macron e Sanchez (anche il premier spagnolo ha avuto un duro scambio di battute con Rutte) sono con lui, il ruolo decisivo spetta alla cancelliera tedesca.

Bisgona assolutamente evitare - oltre ad una ingente riduzione delle risorse, soprattutto quelle a fondo perduto - un irrigidimento del meccanismo dando ai singoli Paesi un diritto di veto. Anche le linee guida sulle riforme, spiega Conte, non vanno irrigidite. Va bene seguire le linee guida di riforme che vadano dalla riconversione verde alla digitalizzazione, ma non va bene vedersi imporre riforme sul mercato del lavoro o sulle pensioni.

(Unioneonline/L)

Consiglio europeo, i leader tra mascherine e "saluti col gomito"
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Il premier Giuseppe Conte con il presidente del Parlamento europeo David Sassoli
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Il dettaglio della bandiera tricolore sulla mascherina di Conte
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Sophie Wilmes (Belgio), Ursula von der Leyen, Angela Merkel e Sanna Marin (Finlandia)
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La presidente della Commissione europea saluta il premier del Lussemburgo Xavier Bettel
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La curiosa mascherina di Bettel
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Il presidente francese Emmanuel Macron con il suo omologo cipriota Nikos Anastasiadis
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Il primo ministro olandese Mark Rutte, punto di riferimento dei "Paesi frugali"
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Il premier spagnolo Pedro Sanchez (le foto sono Ansa)
Il premier spagnolo Pedro Sanchez (le foto sono Ansa)
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