“Siamo seriamente preoccupati per la sopravvivenza di tante aziende che rischiano, nel 2022, di vedere energia elettrica e gas aumentare anche del 200%”. L’allarme arriva dal Confartigianato Sardegna nelle parole della sua presidente, Maria Amelia Lai, che parla di una “situazione difficile” e chiede un intervento del governo: “Non bastano i quasi 4 miliardi di euro messi a disposizione”.

Destano più che disappunto le nuove tariffe elettriche entrate in vigore, che “potrebbero seriamente danneggiare un sistema produttivo che, lentamente e a fatica, tenta di rialzarsi dalla crisi – spiega l’associazione - Infatti, una fluttuazione dei costi energetici pericolosamente altalenante”, unito a un sistema produttivo che ha notevoli difficoltà a programmare la produzione futura, creano una pericolosa condizione di ‘panico’”.

“Le nostre imprese, le nostre officine, i nostri cantieri e i nostri laboratori iniziano a rinunciare a prendere nuovi ordini, nonostante la fortissima richiesta di beni e servizi – prosegue Lai - perché gli aumenti dei costi delle materie prime, tra le quali spiccano l’energia e il gas, sono impossibili da trasferire sulla committenza. È una situazione che ci allarma molto in quanto una parte delle imprese rischia addirittura di non riaprire dopo le festività natalizie”.



Per Confartigianato, in questa fase “sottoscrivere nuovi contratti con forniture a tariffa fissa (quindi molto alte) appare non conveniente perché comporterà il mantenimento delle stesse per l’intero periodo contrattuale. Nel contempo, sottoscrivere contratti a tariffa indicizzata comporterà costi molto alti per il primo trimestre, che è il periodo dell’anno con maggiore utilizzo di energia elettrica e gas, sperando poi di poter beneficiare degli eventuali cali dell’andamento della borsa elettrica, di cui però non c’è certezza”.

“La situazione è insostenibile e le imprese non possono vivere sull’incertezza e il timore di quel che può accadere da qui alla primavera. Quindi, come si può programmare la propria attività? – si domanda Daniele Serra, segretario regionale di Confartigianato Sardegna – Il Caem, uno dei Consorzi di riferimento di Confartigianato per le forniture di energia elettrica e gas, che opera per diverse migliaia di piccole imprese, ha fatto alcune simulazioni sugli aumenti nel 2022, sulla base dell’attuale andamento del prezzo della borsa elettrica sia sul gas che sull’energia. Ne emerge uno scenario davvero impressionante”.

Per fare qualche esempio, “rispetto al 2021 un molino che utilizza quasi 1,5 milioni di kWh/anno subirà un aumento del 220% e passerà da 131 a 420 mila euro di costi; un’azienda della plastica che utilizza annualmente 2,5 milioni di kWh avrà un aumento della spesa del 202%, passando da 267mila euro a 806; un caseificio, con un utilizzo di quasi 600mila kWh/anno, subirà un aumento del 146%, passando da 80mila a 199mila euro di bolletta; un salumificio, con 332mila kWh/anno, subirà un aumento del 145,20%, e un aumento che passerà da 45 a 110mila euro; un panificio, con un consumo medio di 150mila kwh, subirà un aumento del 145%, passando da quasi 21mila a oltre 51mila; un’azienda meccanica con 1,2 milioni di kWh/anno subirà un aumento del 138%, passando da 182 a 436”. Per Lai e Serra “è il momento che tutti i soggetti pubblici, per quanto in loro potere, intervengano con formule di abbattimento dei costi energetici almeno per il 1° trimestre del 2022”.

(Unioneonline/s.s.)

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