La nuova guerra al vino arriva da Dublino. L’Irlanda ha ottenuto dalla Commissione europea (nonostante il parere contrario del Parlamento europeo) l’autorizzazione a inserire nelle etichette di bevande alcoliche la scritta che ormai siamo abituati a leggere nei pacchetti di sigarette: “health warning”, ovvero danneggia gravemente alla salute. 

La notizia con formidabile tempismo è rimbalzata sabato scorso a Napoli durante il convegno di Assoenologi Italia sul tema “Vino e Salute, tra alimentazione e benessere”.  Al simposio, oltre a studiosi, ricercatori, alimentaristi ed esponenti delle più importanti organizzazioni internazionali enoiche, anche i ministri Orazio Schillaci (Salute) e Francesco Lollobrigida (Agricoltura). Unanime la difesa nei confronti di un’eccellenza italiana, basilare nella dieta mediterranea, mentre non si sono risparmiate critiche al modo superficiale e affrettato di demonizzare il vino italiano.

Il presidente nazionale di Assoenologi, Riccardo Cotarella, parla di «situazione vergognosa e affronto diretto al prodotto simbolo del nostro Paese. Ma il vino italiano è forte e uscirà vittorioso anche da questo ennesimo attacco». Luigi Moio, alla guida della prestigiosa Organizzazione internazionale della vigna e del vino, sollecita una efficace «strategia di tutela da adottare per l’integrità del vino: a dati scientifici è necessario rispondere con altrettante evidenze scientifiche e tanta ragionevolezza. Il vino ha tutte le carte in regala per percorrere questa strada».

Così anche il presidente Assoenologi Sardegna, Mariano Murru: «È ormai appurato scientificamente che un consumo moderato di vino associato ad una sana dieta mediterranea e a un corretto stile di vita influisce positivamente sulla nostra salute fisica e psicologica», ha spiegato Murru. «Il vino da sempre è fonte di convivialità e gioia; il punto essenziale è il consumo moderato ed intelligente che nei paesi tradizionalmente produttori e consumatori del Sud Europa per tradizione e abitudine si svolge generalmente in maniera corretta, moderata e attenta. Il vino si gusta e si degusta - ha aggiunto - con piacere ed attenzione per conoscerne le caratteristiche, il vitigno, il territorio, i produttori , i viticoltori e gli enologi che lo hanno realizzato, non si beve per il semplice motivo di introdurre alcool nell’organismo». Murru ha poi concluso auspicando «un’importante opera di prevenzione ed educazione al bere che sarebbe senza dubbio più efficace rispetto alle etichette con frasi demonizzanti». Infine Giorgio Calabrese, dietologo e presidente comitato nazionale sicurezza alimentare Ministero della Salute: «Un consumo moderato di vino ha un’incidenza positiva sul diabete di tipo 2, svolge in attività vaso-rilassante e diminuisce di 5 volte rispetto agli astemi il rischio di demenza senile».

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