In viale Trieste a Cagliari, davanti all’’assessorato regionale agli Affari Generali, in concomitanza con la trattativa tra i sindacati e il Coran, si tiene il sit in di lavoratrici e lavoratori dell’Arpas (Agenzia regionale per la protezione ambientale della Sardegna) per sollecitare l’attuazione della legge regionale del 2021, che prevede il loro passaggio dal contratto della Sanità a quello del comparto Regione.

“Trecento lavoratrici e lavoratori attendono da tre anni una firma che renda effettivo il transito”, ha dichiarato Roberta Gessa, segretaria generale FP Cgil Sardegna. “Le risorse sono state stanziate e sembra esserci una volontà politica, ma oggi è il giorno della verità. Se non si sblocca la situazione, siamo pronti ad avviare nuovi stati di agitazione e mobilitazioni fin da subito”.

Il cuore della questione è l’applicazione di una norma approvata nel 2021, che prevede il passaggio dei dipendenti Arpas dal contratto Sanità al contratto della Regione, equiparandoli così ai colleghi di altri Enti regionali. Nonostante i fondi siano stati stanziati già nel 2022, la procedura non è mai stata completata.
Non è la prima volta che lavoratrici e lavoratori Arpas scendono in piazza. Già a giugno, un sit-in davanti alla sede della Regione in viale Trento aveva sollevato il tema dell’immobilismo politico. Allora, sotto lo striscione “Todde-Solinas, stessa musica”, Gessa aveva sottolineato: “La Giunta è cambiata, ma i problemi restano. Questi lavoratori meritano rispetto, pari diritti e dignità”.

Ora, i sindacati e i dipendenti si dicono stanchi di promesse e rinvii. L’incontro di oggi rappresenta dunque uno snodo fondamentale: se non arriverà una svolta, il clima rischia di infiammarsi ulteriormente, con nuove mobilitazioni all’orizzonte.

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