Un chiodo fisso: spedire in Sardegna merci pericolose. Dopo la nave milionaria messa in cantiere da Rete Ferroviaria Italiana per trasportare materiali da codice rosso adesso, nei meandri di Stato, spunta persino la gara per la continuità territoriale formato «merci pericolose». Se non ci fosse un nesso ministeriale, tutte e due i provvedimenti vedono il Ministero delle infrastrutture e trasporti come soggetto controllante delle due stazioni appaltanti, si potrebbe pensare ad una casualità. I tempi e i modi, invece, inducono a pensare ben altro, visto che tutti e due i bandi pubblici sono stati vergati in piena estate, sotto il solleone d’agosto. Non un’ignara coincidenza, ma semmai una vera e propria pianificazione a tavolino.

Misfatto pericoloso

Un combinato disposto che apre scenari inquietanti sulle reali intenzioni dello Stato verso i trasporti da e per la Sardegna. Prima una nave da costruire da poppa a prua, per una spesa da nababbi, ben 74 milioni di euro, e, poi, una rotta da sovvenzionare, Porto Torres – Genova, con una sberla di 30 milioni di euro di soldi pubblici da regalare alla compagnia che vince. Una storia incredibile dove gran parte degli armatori grida, nelle aule dei tribunali, che quei soldi non servono perché su quella rotta c’è già un’offerta tale da garantire pluralità e concorrenza. Eppure Domenico Arcuri, l’uomo che ha comprato più mascherine pandemiche di tutti, quello delle primule rosse per le vaccinazioni, adesso si è fissato di portare avanti con Invitalia una gara che grida allo scandalo. Non solo per i soldi che lo Stato si accinge a buttare, senza alcun beneficio reale per la Sardegna e i sardi, ma soprattutto perché ha deciso di imporre alle compagnie concorrenti navi con tanto di certificazione per il trasporto di merci pericolose. Un simbolo tanto inquietante quanto irresponsabile.

Imposizione esplosiva

Una clausola tanto inopportuna quanto contrastata, visto che ad impugnarla è proprio la Cin – Tirrenia, la ex compagnia pubblica che sino a qualche mese fa gestiva proprio quella rotta con un’altra inutile valanga di denaro pubblico. In ballo ci sono due elementi dirompenti. Prima di tutto il misterioso motivo per il quale lo Stato, con un’azione concentrica, sta forzando la mano per approntare navi autorizzate e certificate per il trasporto di merci da bollino rosso. E, poi, soprattutto il gravissimo presupposto, sia nel caso della nave ferroviaria da costruire per la rotta Messina – Golfo Aranci, che per la concessione della rotta Porto Torres - Genova, che prevede di trasportare questi materiali altamente rischiosi insieme ai passeggeri. L’appalto messo in piedi da Arcuri, l’ex commissario della pandemia sostituito di corsa dall’avvento di Draghi a Palazzo Chigi, è un mistero assoluto. E’ difficile comprendere come sia stato possibile bandire una gara per un servizio di continuità territoriale da e per la Sardegna, per sua natura dedicato al trasporto di passeggeri e merci, infilando dentro il capitolato tecnico proprio il trasporto di merci pericolose.

Moby Prince

E’ possibile che al Ministero dei Trasporti non avessero chiari i precedenti e i pericoli derivanti da tale promiscuità? Di certo sulla storia moderna della marineria italiana non sfuggirà che le più imponenti tragedie, a partire dalla più drammatica, quella della Moby Prince, si sono verificate in porti che trattavano, senza alcun distinguo, navi petroliere e navi passeggeri.

Clausola nefasta

In questo caso alla continuità territoriale, da e per Porto Torres, verrebbe imposta una clausola ancora più nefasta: i passeggeri dovrebbero viaggiare a bordo di navi, sovvenzionate dallo Stato, cariche di merci pericolose. Per quale motivo il Ministero dei Trasporti e Invitalia hanno previsto obbligatoriamente questa clausola? E soprattutto quali sono queste merci pericolose che dovrebbero viaggiare su navi passeggeri utilizzate per solcare la rotta con Genova? Il capitolato tecnico le circoscrive alle classi 2.1 – 2.2 – 3 con due varianti di temperatura. Si tratta dei simboli più eloquenti, quelli con le fiamme alte che segnano l’infiammabilità all’ennesima potenza.

Acetilene, una bomba

Nella categoria 2.1 rientra, per esempio, l’acetilene, un gas incolore estremamente infiammabile. Un gas definito «estremamente pericoloso» perché può esplodere anche con inneschi minimi. Secondo i vademecum di rischio, «data l'estrema facilità con cui brucia ed esplode, nonché l'elevata energia liberata dalle sue esplosioni, l'acetilene va manipolato con estrema cautela».

Gara misteriosa

Inserire quella sostanza tra quelle trasportabili in una nave passeggeri, quando ci sono quelle dedicate al trasporto merci, rappresenta la più grave delle imposizioni previste nella gara d’appalto ferragostana. Una gara misteriosa non solo per il contenuto, ma anche per le modalità di partecipazione. Per trasportare, insieme, passeggeri e merci pericolose si sono fatte avanti due compagnie. Non proprio convintissime della partecipazione, visti i tempi del deposito delle reciproche offerte.

Un minuto di differenza

La gara scadeva alle 17.00 del 23 agosto scorso. Termine perentorio. Impossibile sgarrare di un secondo. La prima a farsi avanti, alle 16.46 del giorno prestabilito, secondo il protocollo di cui siamo in possesso, è stata la Compagnia Italiana di Navigazione, la vecchia Tirrenia, ora nelle mani commissariate di Vincenzo Onorato, alle 16 e 47 minuti si fa avanti, invece, Grandi Navi Veloci di Gianluigi Aponte. Due offerte rimaste avvolte nel limbo visto che Invitalia si è limitata ad aprire le buste amministrative per la verifica dei requisiti di legge dei due soggetti. Niente valutazione di offerte economiche, tutto rinviato. Sulla procedura di gara messa in campo da Invitalia pesa, infatti, come un macigno un vero e proprio j’accuse da parte del patron di Mascalzone Latino contro l’Agenzia guidata da Domenico Arcuri.

Onorato carpiato

Al Tar del Lazio la compagnia di Vincenzo Onorato, infatti, depositato un ricorso che segna la più imponente giravolta carpiata mai registrata sulla scena della navigazione italiana. Non solo Onorato chiede l’annullamento dell’intera gara per «irragionevolezza e illogicità» relativamente alla «violazione e alla falsa applicazione» del codice internazionale sulle merci pericolose ma anche perché quei soldi che lo Stato vorrebbe assegnare, 30 milioni e 198 mila euro, sono secondo la compagnia di navigazione indebiti e ingiustificati. Per convincersi che quelle affermazioni le ha realmente messe nero su bianco colui che per 8 anni ha prelevato a piene mani la bellezza di 560 milioni di euro dallo Stato per quel servizio di continuità territoriale bisogna verificare continuamente il frontespizio del ricorso. E’ proprio così: ora che Onorato appare fuori gioco, anche per le vicende concordatarie e prefallimentari, ammette che quella rotta può essere svolta senza un euro di contributo pubblico. Una bella faccia, dopo che ha prelevato a piene mani proprio quelle stesse regalie di Stato. Oggi, invece, sostiene l’esatto contrario: sovvenzionare la tratta Porto Torres – Genova con denaro pubblico è «illogico e contraddittorio».

Senza pudore

Gli avvocati di Onorato lo scrivono a dispetto della storia di ieri: «Dall’analisi degli atti di gara non è dato rinvenire l’effettiva esigenza di imposizione di servizio pubblico, stante anche le dichiarazioni offerte in sede di verifica del mercato dei servizi». C’è di più la compagnia del veleggiatore di Mascalzone Latino sostiene che le misure di compensazione previste dalla gara di Arcuri «configurano pertanto un illegittimo aiuto di stato che rende il bando e i suoi allegati meritevoli di annullamento».

Confessione postuma

Una vera e proprio confessione postuma. Se sono illegittimi aiuti di Stato previsti oggi, lo erano obbligatoriamente anche quelli elargiti a Onorato per quasi nove anni dalle casse pubbliche. Nel ricorso, in attesa di giudizio del Tar romano, si affronta, poi il capitolo esplosivo.

Signori si scende

Un’analisi sconvolgente: il trasporto di acetilene con 3.000 passeggeri a bordo in base alle norme vigenti sarebbe «prohibited», proibito. Resta solo una possibilità, per far posto all’acetilene devono scendere 2.929 passeggeri. In base ai parametri di calcolo del rischio a bordo, insieme a quella sostanza prevista dal capitolato d’appalto, possono viaggiare solo 71 passeggeri. Come dire la continuità territoriale lo Stato la vuole pagare a tutti i costi, ma non per i sardi. Sulle navi da e per la Sardegna adesso devono viaggiare le «merci pericolose».

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