Il biologico prende sempre più piede sull'Isola.

La conferma arriva dai più recenti dati del ministero dell'Agricoltura, secondo cui il settore è cresciuto del 3,9% nel 2015 (toccando i 4,2 miliardi di giro d'affari a livello nazionale).

Sono 2.501 gli operatori del bio in Sardegna: aziende di trasformazione agroalimentare, ma anche imprenditori agricoli, che si prendono cura di oltre 146mila ettari di coltivazioni e guardano con sempre maggiore attenzione alle esigenze di ecosostenibilità manifestate dai consumatori italiani e, soprattutto, internazionali.

Tra questi operatori, 2.287 sono "produttori esclusivi", 133 "produttori preparatori" e 81 "preparatori esclusivi". E fanno sì che la Regione si collochi al settimo posto in Italia (dove il primato va alla Sicilia, seguita dalla Calabria).

Quanto alle superfici certificate, l'Isola occupa invece la quarta posizione nazionale: con le principali colture che sono dedicate a cereali (5.865 ettari), olivi (3.785), viti (964), frutta (531), ortaggi (491) e agrumi (48). "Biologiche" sono però solo il 4,7% delle aziende agricole sarde e solo il 12,8% delle superfici coltivate.

Il settore - pur in crescita - conserva quindi ampi margini di miglioramento e offre diversi sbocchi imprenditoriali.

Proprio per approfondire le opportunità concesse dai bandi regionali - oltre che l'esame delle normative, dei trend di mercato e delle potenzialità di marketing - Confartigianato Imprese Sardegna ed Ecogruppo Italia organizzano nei prossimi giorni due seminari informativi.

Gli appuntamenti - aperti alle imprese di trasformazione agroalimentari, ai produttori primari e alle strutture ricettive – si terranno il 30 marzo a Sassari e il 31 a Cagliari, nelle sedi Confartigianato.
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