Non ha mitigato le preoccupazioni della Cgil l’incontro avvenuto oggi al ministero dello Sviluppo economico sull’accordo Tiscali-Fastweb.

In particolare, il sindacato parla di "assenza di chiarezza sul piano industriale e di adeguate garanzie sul mantenimento dei livelli occupazionali".

“Prendiamo atto positivamente dell’impegno preso dal rappresentante del ministero, l’avvocato Marco Bellezza", hanno detto i segretari regionali Cgil e Slc Samuele Piddiu e Roberto Camarra, "secondo il quale nessuno perderà il posto di lavoro ma non possiamo non rilevare che l’azienda non ha confermato né smentito il punto e che l’atteggiamento complessivo non consente di attendere con serenità il prossimo incontro fissato al Mise il 23 ottobre".

Tra le criticità esposte dalla Cgil nei giorni scorsi c'era quella relativa al gruppo di lavoratori coinvolti nella cessione del ramo d’azienda a Fastweb: stamattina è arrivata la conferma solo per i già annunciati 34 lavoratori mentre il sindacato chiede che vengano coinvolti anche gli altri.

"È positivo il fatto che l’accordo preveda l’utilizzo delle reti a condizioni vantaggiose per Tiscali – hanno detto ancora Piddiu e Camarra – ma sul piano industriale nulla è stato detto nonostante si tratti di un elemento centrale per l’intera operazione, sia per quanto riguarda le prospettive dell’azienda sia per le risposte attese dalle banche".

Secondo il sindacato, il piano deve infatti chiarire le modalità di rilancio e di riposizionamento dell’azienda nel complesso panorama delle telecomunicazioni e l’incontro di oggi non ha fatto alcun passo avanti su questo punto.

La Cgil resta quindi in attesa di garanzie sulla conservazione dei posti di lavoro degli oltre 650 dipendenti, ai quali si sommano i circa 160 del ramo d'azienda già affittato a Engineering, oltre a un numero consistente di lavoratori delle aziende che ruotano intorno a Tiscali.

"Al ministero – concludono i segretari Cgil e Slc - chiediamo invece di confermare il ruolo di garante dei livelli occupazionali facendo le dovute pressioni sull'azienda".

(Unioneonline/F)
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