Doppia inaugurazione alla Galleria Comunale d'Arte di Cagliari.

Nel salone centrale al primo piano si apre la mostra "Ubaldo Badas pittore - I pennelli di Eupalinos", ma è stata anche riallestita la sala dedicata a "Francesco Ciusa - I diversi volti della Sardegna".

In esposizione una trentina di dipinti realizzati da Badas tra gli anni '60 e '70, opere che mettono in luce un aspetto poco conosciuto del progettista cagliaritano che nella prima metà del '900 ha dato un'impronta modernista alla città.

Il percorso espositivo dedicato a Badas e Ciusa è curato da Efisio Carbone, Gaetano Lixi, Giorgio Pellegrini e Paolo Sanjust. Verranno ricostruiti una serie di interventi architettonici firmati da Badas, cancellati dalle nuove ristrutturazioni. La mostra sarà corredata da documenti d'archivio. Completa l'allestimento un progetto grafico dedicato a Badas, firmato da Stefano Asili, omaggio al talento di un grande designer recentemente scomparso.

"Badas ha contribuito in maniera importante a modernizzare la nostra città. Ci ha regalato spazi importanti come la stessa Galleria o il Terrapieno e ora è intenzione dell'amministrazione, a breve, riqualificare altri punti di interesse", ha detto il sindaco di Cagliari Paolo Truzzu in occasione dell'anteprima della mostra alla stampa.

FRANCESCO CIUSA – Negli spazi ripensati della sala "Francesco Ciusa", accanto ai gessi dello scultore e ceramista nuorese, tra cui l'originale de "La madre dell'ucciso" presentato nel 1907 alla Biennale di Venezia, la "Dolorante anima sarda", "La filatrice" e il "Cainita", nel rinnovato allestimento vedono nuovamente la luce alcuni dei capolavori dei maestri del primo Novecento sardo come i dipinti di Mario Delitala, Antonio Ballero, Felice Melis Marini, Giuseppe Biasi e Filippo Figari.

A completare il percorso è poi una selezione di incisioni del Fondo Nicola Valle e documenti, volumi e cartoline d'autore provenienti dal Fondo Fulvio Caporale di proprietà del Comune di Escalaplano. Spicca una copia originale de "L'Eroica" e la novella "Il cane", scritto autografo di Grazia Deledda. 

(Unioneonline/v.l.)

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