Torna in libreria dopo oltre vent'anni per proporre un tema più che mai attuale: le migrazioni dei popoli che, nel tempo della storia, non arrivano dalla Siria o dal Nord Africa, ma dal Libano. "I ragazzi del veliero", opera della scrittrice Maria Giacobbe fu pubblicato per la prima volta nel 1991 da Dattena e allora indirizzato a un pubblico di giovani lettori. Il testo (128 pagine, euro 10) è oggi riedito dal "Maestrale" nella collana Tascabili-Narrativa. Al di là del valore narrativo del volume, l'iniziativa si può cogliere anche come omaggio alla carriera dell'autrice e alla sua apprezzata produzione letteraria. Nata a Nuoro nel 1928, dal 1957 osserva e racconta la sua Isola dalla Danimarca, terra d'adozione nella quale ha dato alle stampe, nello stesso anno del trasferimento, anche il romanzo d'esordio "Diario di una maestrina" vincitore del Premio Viareggio. Nei "Ragazzi del veliero" non ci sono le atmosfere crude che fanno da sfondo all'omicidio del pastore-ragazzino, epilogo della furia cieca che percorre il romanzo "Gli arcipelaghi" (1995), ambientato in una Sardegna violenta e arcaica. Il tempo è quello concesso alla vacanza da una famiglia che definiremmo borghese: Cala Mirto d'estate è baciata dal sole e battuta dal vento, ma la quiete è temporanea e apparente., osserva Marco Dessolis, il bambino che è voce narrante della storia e protagonista dell'avventura che, con l'aiuto dei suoi compagni e degli altri coetanei in vacanza, porterà alla liberazione di Zaki e Khalil, i ragazzini misteriosamente tenuti in ostaggio a bordo del veliero attraccato al largo di Cala Mirto. Dalla scoperta nascerà l'indagine di un mondo che s'ignora, perché lontano, tormentato dalla guerra.
© Riproduzione riservata