Sono tanti ancora i misteri che si celano dietro Sant'Avendrace, la "Cenerentola" delle chiese di Cagliari.

Il restauro sta, a poco a poco, riportando alla luce il passato della struttura - forse la meno studiata del capoluogo -, per molti versi ancora sconosciuto.

Archeologi, architetti e paleontologi del Comune e della Soprintendenza sono al lavoro nel tempio dedicato al quinto vescovo di Cagliari, martire cristiano morto nell'87 dopo Cristo, per metterlo in sicurezza.

Dagli scavi sono emersi, sotto la navata con archi a sesto acuto e le cappelle laterali sormontate dalle volte a botte, i primi reperti.

Tra questi c'è la base di una colonna ma anche diversi muri, uno dei quali, mostra un intonaco colorato, forse di epoca romana, che andrà esaminato con attenzione nei prossimi giorni.

Nelle diverse cappelle laterali, invece, sono state riportate in superficie numerosissime ossa umane di uomini, donne e bambini che vennero sepolti nell'area cimiteriale ricavata all'interno della chiesa. Spazi che tradizionalmente venivano riservati alle famiglie benestanti.

Gli archeologi hanno anche identificato la Cappella della Confraternita, dove venivano ospitati i corpi di confratelli e consorelle.

Scheletri, crani e ossa verranno trasferiti alla Soprintendenza ed esaminati con cura per essere datati con precisione.

Le scoperte potrebbero far dilatare i tempi del restauro di Sant'Avendrace, la cui conclusione era stata fissata per gennaio del 2020.
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