San Teodoro, “La musica è pericolosa”: l’emozione del viaggio tra cinema e canzone di Nicola Piovani
Lo spettacolo del compositore premio Oscar per “La vita è bella”“La musica è pericolosa”: Nicola Piovani ha preso in prestito il concetto di Federico Fellini per il titolo del suo spettacolo approdato ieri notte a San Teodoro per il festival “Musica in crescendo”. Un viaggio nel cinema, arrivato fino alla notte agli Oscar, e nella canzone d’autore che talvolta attraversa vie singolari. «La musica è pericolosa – diceva Fellini, – perché genera un’emozione irrazionale». Emozioni che Piovani ha cercato di trasmettere in parole prima ancora che con la musica, egregiamente accompagnato da Marina Cesari (sax clarinetto), Pasquale Filastò (violoncello e chitarra), Vittorino Naso (batteria percussioni), Marco Loddo (contrabbasso), Sergio Colicchio (tastiere e fisarmonica).
Il racconto inizia dall’incontro con Fellini e la sua insistenza per avere nella colonna sonora de “L’Intervista” una marcetta che era stata già utilizzata per uno spettacolo teatrale. «È già edita, non è elegante», dice il giovane compositore al maestro. «E a noi importa di essere eleganti?» la risposta che mette fine al discorso. “L’Intervista”, “Ginger e Fred” e “La voce della luna” sono accompagnate dalla musica di Piovani mentre scorrono celebri fotogrammi firmati dai maestri del cinema, da Monicelli ai fratelli Taviani.
Benigni è una storia a parte ed è un capitolo che comprende la musica degli ingressi in scena, negli spettacoli, le canzoni come “Quanto t’ho amato”, i film da “Pinocchio” a “La Vita è bella” che varrà anche a Piovani un Oscar di cui però non parla. «Benigni è espressione di quell’Italia contadina, dei tanti campanili che sono la ricchezza del Paese».
Per ogni canzone un aneddoto. In “Quanto t’ho amato”, il verso “Nell’amor le parole non contano, conta la musica”, incursione del compositore accettata dai parolieri Benigni e Cerami. Ma ancora più singolare la genesi delle musiche di “Storia di un impiegato” e in particolare Il bombarolo ispirata alle tre note delle campane delle suore, nell’istituto dove Piovani ha frequentato le scuole elementari: «Chissà se le suore avranno mai saputo di essere state ispiratrici di una canzone che è stata censurata perché considerata sovversiva».
Un’ora e quaranta di musica e parole non è bastata ad accontentare un pubblico entusiasta e per il rituale bis non poteva mancare “La vita è bella”. Ripetuta a sorpresa per un tris dopo i ringraziamenti al maestro e la targa consegnata dalla vice sindaca. L’ultima parola spetta alla musica.