Cita Mark Zuckerberg e Bill Gates, Paolo Crepet. E ha chiaramente poca simpatia per il primo e grande ammirazione per il secondo. Perché il problema non è internet o la tecnologia, ma l'uso compulsivo che se ne fa grazie o per colpa dei social network.

Ospite ieri sera, a Olbia, della rassegna letteraria Sul filo del discorso, il noto psichiatra, scrittore e sociologo trae le sue conclusioni sulla seduzione digitale nel libro "Baciami senza rete".

Che nella Giornata mondiale del bacio, celebrata il 6 luglio, cade a proposito.

"Questo libro nasce dalla scritta "Spegnete Facebook e baciatevi" vista su un muro di Roma", ha spiegato, introducendo l'incontro con l'autore, Caterina De Roberto, firma de L'Unione Sarda.

Un po' a fatica, data l'incontenibile verve di Crepet, la moderatrice ha provato a interromperne il monologo con domande e argomentazioni relative, ad esempio, alla precoce sessualità dei ragazzi e al bullismo, che nella rete trovano terreno fertilissimo.

Connessi 24 ore su 24 eppure socialmente isolati, incapaci di essere se stessi e privi ormai di passioni, desideri, coraggio e fantasia. Il quadro descritto da Crepet è desolante. "Assistiamo a un livello di imbecillimento straordinario, e non c'è speranza che cambi, perché il business è pensare a come cambiare la nostra vita da qui ai prossimi due o tre anni", queste le conclusioni dello psichiatra.

"Viviamo in una bolla di iperefficienza e non ci accorgiamo di quello che perdiamo da dietro una tastiera". Un dato di fatto. Con un antidoto ancora possibile: "L'educazione", dice. "Se tu ai ragazzini dai tutto, gli togli il desiderio, il che vale per gli oggetti e per le relazioni. Il senso dell'educazione è togliere, non dare: iniziamo, ad esempio, a togliergli lo smartphone".
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