Noi donne di Teheran” è il titolo del libro della giornalista, intellettuale, regista e docente universitaria iraniana Farian Sabahi che sarà presentato domani venerdì 10 marzo, alle 18.30, nella Pinacoteca Altana in via De Gasperi, a Ozieri.

L’evento è stato organizzato dall’International Inner Wheel Club di Ozieri e dall’Istituzione San Michele del comune sassarese, con il patrocinio della Camera di Commercio di Sassari. L’appuntamento verrà presentato e moderato da Maria Amelia Lai, imprenditrice e vice presidente della Camera di Commercio di Sassari, nonché Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna e rientra nel trittico di appuntamenti “Svelatamente donne”, nella decima edizione del “Marzo delle Donne”. 

IL PROFILO – Figlia di un iraniano e di una piemontese, laureata in Economia Aziendale all’Università Bocconi di Milano e in Storia Orientale a Bologna, la Sabahi ha ottenuto il dottorato a Londra con una tesi sull’Esercito del Sapere durante il regno di Muhammad Reza Pahlavi. Ha successivamente svolto ricerca sul campo in Iran sui contratti petroliferi buy-back (per il post-dottorato presso la Facoltà di Economia, Università di Bologna) e sulle zone di libero scambio nel Golfo persico (per l’assegno di ricerca presso l’Istituto di Storia Economica, Università Bocconi). Si è occupata di Medio Oriente, Caucaso e Asia Centrale con una metodologia multidisciplinare che tiene conto della storia, dell’economia, degli aspetti religiosi e culturali, con un’attenzione alle minoranze e alle problematiche di genere.

È autrice di numerosi articoli scientifici e saggi pubblicati da editori italiani e internazionali. Il suo ultimo libro è, appunto, “Noi donne di Teheran”.

Giornalista e collaboratrice per numerose testate italiane e straniere, ha firmato anche la mostra “Safar: vite appese a un filo, viaggio in un Medio Oriente che non esiste più (1997-2003)”, ospitata nel 2019 a Torino e nel 2021 a Parma capitale della cultura.

Come regista ha realizzato tre cortometraggi in cui le vicende iraniane si intrecciano a quelle dello Stato ebraico.

È stata protagonista del documentario "Minareto mille punti” sulla moschea in fase di costruzione a Colle Val D’Elsa (regia di Pietro Raschillà, con Edoardo Camurri).

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