Munch oltre “L’Urlo”: a Roma il viaggio nella mente del maestro espressionista
Curata da Patricia Berman, tra le massime esperte dell’artista, in collaborazione con Costantino D’Orazio, l’esposizione svela l’uomo dietro il mitoPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Tutti conoscono “L’Urlo” di Edvard Munch. Quella figura tormentata, immersa in un paesaggio vibrante di angoscia, diventata un’icona universale dell’espressionismo e del turbamento interiore. Ma quanti sanno che Munch era molto più di quell’unico, celebre grido?
A rispondere a questa domanda è la nuova grande mostra a Palazzo Bonaparte, che apre le sue porte al pubblico domani, in un percorso che rompe gli schemi cronologici per esplorare la potenza emotiva e innovativa dell’artista norvegese.
Curata da Patricia Berman, tra le massime esperte dell’artista, in collaborazione con Costantino D’Orazio, l’esposizione svela l’uomo dietro il mito, il pittore che ha saputo raccontare con pennellate visionarie la vita, l’amore, la morte e l’ossessione per l’animo umano.
«Munch era un grande sperimentatore», spiega Berman. «Le sue stampe lo rendono uno dei più bravi del Ventesimo secolo e qui abbiamo voluto mettere l’accento sul suo modo di lavorare, investigando il tema della vista, che per lui era centrale».
La mostra, infatti, non segue solo un filo temporale, ma si sviluppa attorno alle sue fascinazioni più profonde, dalla psicologia alla memoria, fino all’uso straordinario del colore. Munch voleva dipingere «gente che vive e che ama, in modo completo, con la tragedia della perdita, la forza della passione, uomini come animali e il potere delle donne», racconta Berman. Nei suoi quadri non c’è solo bellezza, ma anche vulnerabilità, un’indagine feroce sui ruoli dell’uomo e della donna, visti con una modernità che li rende politici ed erotici al tempo stesso.
Il percorso espositivo si snoda su due piani e sette sezioni, mettendo in dialogo Munch con i grandi maestri che lo hanno ispirato, da Van Gogh a Gauguin, da Matisse agli espressionisti del secondo Novecento, che hanno seguito la sua eredità visionaria.
La mostra è patrocinata dal Ministero della Cultura, dalla Regione Lazio, dal Comune di Roma, dalla Reale Ambasciata di Norvegia e dal Giubileo 2025 - Dicastero per l’evangelizzazione. Il main partner è la Fondazione Terzo Pilastro-Internazionale, con Poema.
(Unioneonline/Fr.Me.)