L’omaggio a un artista che ha arricchito gli spazi del paese. Con i suoi murales che ripropongono all’attenzione generale fatti storici e vicende di uomini e donne. Orgosolo sino al 18 agosto abbraccia e ringrazia il pittore Francesco Del Casino dedicandogli, nell’ex casa comunale, la mostra “Mentre il tempo passava” con tanti simboli e significati.

L’iniziativa è curata nei minimi dettagli, sin dall’accoglienza dei visitatori affidata all’associazione culturale “Cannasas Teatro”. Come controcanto delle opere di Del Casino, le voci che intonano “sos atitos”. Sono quelle di Tatana Cubeddu che piange la morte di uno dei tanti bambini morti durante il naufragio sulle coste di Cutro nella notte tra il 25 e 26 febbraio 2023, di Maria Corda che evoca i sogni e le aspirazioni di tutti i migranti e di Agnese Filindeu che interpreta Giuseppina Marcias, la madre di Antonio Gramsci.

Sul pavimento “unu tapinu de mortu”, un drappo funebre, un prodotto tessile del 1850, ormai raro, intrecciato da abili mani e sopra il quale, durante la veglia funebre, veniva deposto il defunto vegliato dalle prefiche che ne tessevano le lodi con i loro canti. In questo contesto trovano una felicissima vita i dipinti di Francesco Del Casino, ispirati alla “Zattera della medusa”, l’opera di Théodore Géricault c­he rievoca il naufragio della fregata francese “Meduse” del 1816. Per non dimenticare. Per riflettere sul presente segnato da altri tragici viaggi per mare sulle rotte del Mediterraneo.

Un'opera dell'artista
Un'opera dell'artista
Un'opera dell'artista

Le “Lettere” di Gramsci

La mostra, che può essere visitata tutti i giorni dalle 16 alle 22 (ingresso gratuito), ricorda anche i valori espressi negli scritti di Antonio Gramsci. Le sue “Lettere dal carcere” sono state trascritte a mano da un gruppo di orgolesi e vengono proposte negli ambienti dell’ex casa comunale unite tra loro con fili invisibili per esprimere il senso di comunità e il valore perenne del pensiero dell’intellettuale sardo. Lo stesso Del Casino, già negli anni ’70-80 del secolo scorso, aveva dedicato diversi murales al grande pensatore. Come ha scritto Tomaso Montanari: «Del Casino non ci mostra solo la testa di Gramsci. Mostra le mani grandi e mobili. Mani per scrivere. Ma anche per carezzare. O per bere un caffè, o per fumare una sigaretta. E infine tutto il corpo: quel corpo sofferente che invece qui appare come guarito. Libero: libero finalmente di essere amato».

Lavoro collettivo

Paola Lai, presidente dell’associazione “Cannasas”, sottolinea che la mostra è  «il risultato di un lavoro collettivo, una forma di arte partecipata, che ha coinvolto, in modi diversi, la popolazione: chi ha scritto i testi “de sos atitos”, chi il testo dedicato a Del Casino eseguito dal “Tenore Supramonte" il giorno dell'inaugurazione. Altri hanno trascritto le “Lettere di Gramsci", altri ancora letto alcune “Lettere" in occasione della serata inaugurale. Tutta la comunità -conclude Lai - ha sposato questo progetto culturale». Nell’ultima sala altre opere di Francesco Del Casino che conduce i visitatori alla riscoperta dell’amata Orgosolo: i ritratti di donne e uomini di una comunità che ha raccontato con i suoi murales.

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