"La mia arte rischia di scomparire": il racconto del cestinaio Mario Fais
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Il suo è un sapere antico che rischia di scomparire.
Mario Fais è l'ultimo maestro artigiano di Capoterra che porta avanti la tradizione di intrecciare le piante palustri per trasformarle in oggetti di uso quotidiano, ma anche d'arredamento.
"Ho 72 anni, e dopo una vita di lavoro le mie mani non sono più quelle di una volta e cominciano a farmi male - racconta Mario Fais -, purtroppo non ci sono giovani pronti a imparare le mie tecniche, così questo mestiere rischia di scomparire".
La casa di via IV Novembre in cui vive sembra un museo.
A terra nasse di ogni grandezza, cestini e lampade; alle pareti oggetti decorativi; dal soffitto pendono lampadari dagli intrecci variegati: tutto realizzato rigorosamente lavorando il giunco che cresce nella laguna di Capoterra.
Le sue mani e due aghi uncinati che permettono di intrecciare il materiale: sono questi gli unici strumenti utilizzati dall'ultimo mastro cestinaio di Capoterra.
"Ho imparato da mio padre - dice Fais - quando lui faceva il cestinaio non esisteva la plastica, su scatteddu era l'unico contenitore multiuso: oggi, purtroppo, è diventato quasi un oggetto decorativo.
Sapere che dopo di me nessuno proseguirà questo lavoro è un grande dispiacere: l'artigianato offre grandi opportunità di lavoro, questi oggetti hanno ancora mercato. Ricevo molte ordinazioni per i miei oggetti, ma potrei soddisfarne molte di più se non lavorassi da solo".