«Mi presentò come “Costantino Nivola, sardo”, queste del resto erano all'epoca le mie uniche credenziali». E’ il 1946. A fare le presentazioni in un ristorante nel cuore di Manhattan è Jose Luis Sert, architetto. Al cospetto del grande maestro di Orani c’è il numero uno: Charles Edouard Jeanneret, per tutti Le Corbusier. Il più grande architetto al mondo aveva varcato la Grande Mela come delegato per la selezione del sito per realizzare il palazzo di vetro delle Nazioni Unite. Antine, come amava farsi chiamare Nivola, e Le Corbusier non parlano molto: si intendono con gli occhi, tra i due è subito chimica dell’arte. Qualche tempo dopo, infatti, si ritrovano per strada: Le Corbusier riconosce al volo Nivola. Lui, il sardo a New York, vede il maestro stanco e lo invita a casa sua, ancora modesta, ma accogliente.

Le Corbusier & Nivola

L’ambasciatore di Orani nel mondo rievoca quel giorno: «Dopo aver salutato mia moglie nel suo modo cortese, quasi ottocentesco, si è rivolto a me con un sorriso di approvazione e mi ha detto: “Monsieur Nivola, lei ha una bella famiglia che entra nel contenuto della sua arte. Hai talento». E’ lì che inizia una storia straordinaria che segnerà la vita artistica di due personaggi esclusivi dell’architettura, dell’arte e del “modernismo”. Racconta Nivola: «…Con un Bourbon in una mano e un taccuino nell'altra ci siamo seduti al tavolo rotondo. Davanti a un vaso di fiori freschi, sotto lo sguardo angelico e divertito di mio figlio, è iniziato il tutorial: un esclusivo dialogo didattico tra me e Le Corbusier».

Gli eredi

Sono trascorsi più di settant’anni dall’inizio di quella storia straordinaria intrecciata d’arte tra il paesino di Orani e i grattacieli di Manhattan. Ora i due protagonisti rimbalzano nuovamente sul proscenio mondiale grazie ad un progetto che da qualche ora sta spopolando nel sistema internazionale dell’architettura innovativa, sperimentale e avveniristica. Un mix esplosivo di design, innovazione e arte messo nero su bianco da uno studio di architettura polidimensionale con residenza fiscale ad Olbia, base operativa in Umbria e diramazione internazionale ad Istanbul, nel cuore della Turchia. A capo, insieme alla collega turca Öznur Pinar Çer, c’è Danilo Petta, un sardo geneticamente non modificato, madre di Iglesias, padre di Olbia. Le riviste internazionali, milioni e milioni di visitatori in poche ore, hanno rilanciato come uno tsunami il progetto che lo studio Mask Architects ha concepito traendo ispirazione dalla più grande opera di Nivola, “La Madre”. Una rivoluzione progettuale che i commentatori più accreditati paragonano all’avvento architettonico proprio del grande amico di “Antine”, il grande Le Corbusier.

Acciaio tridimensionale

Il primo impatto è avveniristico. Ad una lettura più attenta e ragionata emergono, con una forza dirompente, il tratto identitario del progetto, le linee architettoniche e artistiche, il design di efficacia straordinaria e soprattutto l’innovazione concettuale della realizzazione. Il progetto che Danilo Petta e il suo studio hanno presentato alla comunità scientifica internazionale è la prima struttura al mondo stampata in 3D, in acciaio. In pratica case modulari per i visitatori del Museo Nivola, i turisti e gli artisti che si recheranno a Orani, il paese natale del grande maestro sardo. Il nome del progetto balzato agli onori delle riviste mondiali specializzate è emblematico: “Exosteel Mother Nature”. “Madre Natura ExoAcciaio” è il primo modello di architettura e design al mondo ad utilizzare un sistema di costruzione con "esoscheletro" in acciaio stampato in 3D che supporta e distribuisce tutti gli elementi dell'edificio, utilizzando una inedita tecnica costruttiva che ha preso il nome di "Exosteel".

Da Bulgari a Orani

A raccontarla è Danilo Petta, architetto di nascita, vita da designer, sardo senza confini. Il Ministero degli Esteri lo ha appena nominato Ambasciatore 2021 del Design italiano nel mondo e da quest’anno figura tra i primi 40 designer in Europa. Lui per professione disegna i “preziosissimi” orologi della “Bulgari”, una delle più grandi potenze al mondo nel campo dei gioielli da mille e una notte, ora, coniugando la modernità del design con il fascino dell’identità, ha firmato un progetto che molti già considerano rivoluzionario. Le sue parole raccontano il viaggio intrapreso per varcare un orizzonte sino ad oggi inesplorato: «Per noi è stata una sfida esaltante. Mai ci saremo aspettati un riscontro internazionale di questa portata per un progetto sul quale abbiamo lavorato tanto per mettere insieme ingegneria strutturale civile, disegno industriale e architettura. Un’opera che abbiamo voluto dedicare alla terra di Sardegna, capace di aprirsi al mondo e di traguardare i più moderni orizzonti, proprio come fece il Maestro di Orani».

Identità sarda

«Alla base di tutto – racconta Petta - abbiamo messo l’identità artistica e culturale di Nivola, con quella sua straordinaria opera de “La Madre”. Abbiamo utilizzato quei tratti artistici unici e straordinari per realizzare quanto di più moderno e innovativo si potesse concepire, a partire dal primo edificio realizzabile con stampa tridimensionale in acciaio». Il tutto si basa su “esoscheletro” d’acciaio, seguendo la linea artistica e identitaria della più importante opera di Nivola. «In questo progetto per Orani, utilizzando le tecniche più moderne, abbiamo cercato di armonizzare i due diversi concetti di Natura e Madre. Vogliamo che i nostri moduli abitativi siano in grado di aprire e riunire le comunità, nonché di creare una sorta di influenza artistica in tutto il design. Orani può diventare un’icona mondiale, per essere ammirata da lontano, così come dall'interno del paese, come visualizzazione di opere d'arte e monumenti. La nostra ambizione è trarre somiglianza dalla Madre Natura del grande maestro Nivola». Il progetto, che sta facendo parlare di Orani e della Sardegna nel mondo, è stato concepito per diventare un "punto di riferimento vivente", in connessione con il patrimonio locale, a partire dal Museo Nivola.

Museo vivibile

«Pensiamo – dice Danilo Petta - a questo progetto come un nuovo elemento architettonico per le aree sociali, espositive, abitative e turistiche di Orani. Una combinazione di spazio vivibile e spazio socievole, distribuita sui diversi livelli del terreno e in vari moduli». L’obiettivo è sintetizzato: «Miriamo a integrare architettura, arte e tecnologia in questo progetto museale vivibile. Il nostro obiettivo è preservare e proteggere il patrimonio di Orani, dare il grande valore che merita a Costantino Nivola e al suo lavoro e continuare la sua eredità utilizzando tecniche moderne e il nostro stile integrato nel design». Ogni edificio è stato progettato come "autosostenibile" e può fornire risorse energetiche anche alla rete cittadina. Al centro di ogni edificio ci sarà una "Torre dell'Energia" che fornirà tutta l’elettricità naturale generata dal sole e dal vento di Barbagia. Si realizzerà mai? Per adesso il 28 settembre prossimo ad Amsterdam si inizia a progettare la realizzazione di un prototipo di dimensioni ridotte, poi si vedrà.

Prototipo ad Amsterdam

L’accordo è stato già raggiunto con la MX3D olandese, un laboratorio robotico in grado di stampare l’acciaio in forma tridimensionale. Il progetto è stato concepito per un pendio di Orani, utilizzando lo scenario naturale del paese. La storia, la lezione e l’evoluzione artistica e innovativa dei grandi illuminati, Nivola e Le Corbusier, dunque, viaggiano ancora una volta ai massimi livelli internazionali.

Giro del mondo

Le più prestigiose riviste mondiali di architettura, da World Architecture a Design Boom, da Amazing Architecture a Wired, da giorni non parlano che di Orani e della Sardegna. Un proscenio internazionale per un progetto all’avanguardia. Ora spetta alle istituzioni valutare. Le “suites” di “Madre Natura”, identitarie e straordinariamente innovative, sono state ideate e progettate per Orani ma, se non si realizzeranno in terra sarda, seguiranno le orme lontane di Antine Nivola, artista di mondo, senza confini.

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