In sidecar lungo la ritirata di Napoleone nel libro di Sylvain Tesson
Immergersi nel passato, nella tragedia dell'esercito in ritirata, la Grande Armata di Napoleone imperatore che lasciava Mosca per tentare in quel 1812 ti tornare in patria.
Una tragedia omerica, l'esercito francese in rotta (tra le fila svizzeri, polacchi, olandesi e italiani) azzannato ai fianchi dai cosacchi ma soprattutto divorato dal gelo.
E questo si sa. Quello che è meno noto, in Italia ma non certo in Francia, è che lo scrittore Sylvain Tesson (grande narratore di viaggi estremi) ha deciso di cimentarsi in un'impresa dal sapore dannunziano.
A bordo di un sidecar Ural di fabbricazione sovietica, affiancato da un amico, e seguito da altri due equipaggi, issato il tricolore transalpino, indossato il bicorno del Re dei Re, ha ripercorso la rovinosa ritirata, correndo più e più volte il rischio di non riuscire a fermare questa sua impresa nel libro che ha scritto al suo ritorno: "Beresina. In sidecar con Napoleone", 188 pagine 15 euro, Sellerio.
L'idea malsana nasce durante il Salone del libro di Mosca e prende corpo il 2 dicembre 2012 al motto: «La vodka è molto più efficace della speranza».
Ora, va detto che Sylvain Tesson non è nuovo a queste imprese: ha fatto il giro del mondo in bicicletta, ha attraversato la steppa asiatica a cavallo, per sei mesi ha vissuto nella foresta siberiana in una capanna di soli nove metri quadrati sulla riva occidentale del lago Baïkal e purtroppo nell'agosto del 2015 un incidente di montagna gli è costato, dopo il coma, una paresi del lato destro della faccia.
Lo scrittore arruola due amici francesi e due amici russi per spingersi nel dramma della Storia.
Ad animarlo la voglia di capire come quei centomila uomini seguirono il loro Imperatore prima verso una presunta gloria poi all'inferno senza mai perdere la fiducia in Bonaparte ma soprattutto attraversando l'orrore.