Le iniziative culturali nate al tempo del Coronavirus sono numerose, ideate per dare alle persone, rinchiuse nelle proprie case e distanti le une dalle altre, un senso di calore e di vicinanza.

"Fiabe al telefono" è una delle idee del momento che sta avendo parecchia risonanza, nata dalla mente delle attrici Aurelia Cipollini e Marzia Quartini, due giovani professioniste che vivono a Lecce. Abbiamo parlato con Aurelia Cipollini per farci conoscere questo interessante progetto.

Aurelia, ci vuole spiegare che cos'è "Fiabe al telefono"? Per due ore, due volte alla settimana (n.b. il martedì e il giovedì dalle 17 alle 19) Marzia ed io leggiamo delle fiabe al telefono, dal vivo, senza filtro, per curare gli animi di chi ci chiama, adulti e bambini, attraverso la bellezza e l'incanto di storie provenienti dalle tradizioni popolari di tutto il mondo che noi abbiamo selezionato appositamente.

Come vi è venuta l'idea? Noi portiamo avanti da più tempo un progetto più ampio, L'Arcolaio, che prevede il recupero di tutto ciò che riguarda la tradizione orale, attraverso uno studio sistematico di fiabe provenienti da culture diverse, e tramite laboratori ed eventi aperti a tutte le fasce d'età. "Fiabe al telefono "era un'idea che stava nascendo in questo contesto, ma l'emergenza sanitaria in cui ci troviamo ci è sembrata il momento migliore per metterla in piedi al più presto e in modo totalmente gratuito.

Perché proprio le fiabe? Perché sono uno strumento che fa parlare alle persone da sempre, attraverso archetipi immortali che resistono all'avanzare delle tecnologie e al cambiamento di usi e costumi.

Come hanno reagito le persone ai primi due appuntamenti? In modo bellissimo e commovente, davvero. Non ci aspettavamo tanta partecipazione ed entusiasmo, ci hanno chiamato in quattro ore più di 100 persone, e siamo riuscite a raccontare la storia del giorno alla maggior parte di loro. Per quelli che non sono riusciti a prendere la linea abbiamo attivato un gruppo WhatsApp dove inviamo la storia attraverso un audio messaggio e rispondiamo ai commenti di genitori e bambini che vogliono ringraziarci per il momento vissuto assieme.

Si percepiscono le reazioni delle persone anche attraverso la cornetta? Si, assolutamente. Si capisce che è un momento di vero ascolto e condivisione. Sento risate o momenti di silenzio attento che mi fanno capire che dall'altra parte stanno immaginando assieme a me.

Qual è la difficoltà di portare avanti questo progetto? Quella di non perdere l'attenzione di chi ci segue, perché molti, specialmente i bambini, sono abituati al linguaggio della tv e di internet, un linguaggio veloce e che cambia di continuo, per cui dobbiamo mettere in campo tutte le nostre arti attoriali per essere espressive, mordenti, variare le intonazioni, e non perdere questo magico filo di attenzione che si crea con il pubblico e che riesce, per qualche minuto almeno, a portarci oltre i confini delle nostre case.
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