Re del talk show, giornalista con una carriera straordinaria, ma anche autore e sceneggiatore: Maurizio Costanzo è morto oggi a Roma, aveva 84 anni. 

Per trentaquattro è stato alla guida del “Maurizio Costanzo Show”, conducendo la bellezza di 4.405 puntate. Nel 1991 aveva presentato il programma di Videolina “Dopo cena”.

LA CARRIERA – Originario di Ortona ma nato a Roma nel 1938, dopo il diploma in ragioneria ha esordito a soli 18 anni diventando cronista del quotidiano romano Paese Sera. A 22 ha iniziato a collaborare con TV Sorrisi e Canzoni, nel 1960 è diventato caporedattore del settimanale Grazia.

Nel 1963 è stato autore radiofonico di “Canzoni e nuvole”, condotto da Nunzio Filogamo. Coautore del successo di Mina “Se telefonando”, scritto con Ghigo De Chiara con musica di Ennio Morricone, è stato anche co-ideatore del personaggio Fracchia, creato e impersonato da Paolo Villaggio, che lui stesso scoprì nel 1967. 

Sua la firma su decine di programmi radiofonici, televisivi e di commedie teatrali ma ha raggiunto la grande popolarità nel 1976, conducendo in Rai il talk show “Bontà loro”. Dal 1982 è stato il protagonista indiscusso su Mediaset del “Maurizio Costanzo Show”, registrato al Teatro Parioli di Roma, che negli anni è diventato il "salotto mediatico" più importante della televisione italiana. Storico anche il suo “Buona domenica”.

Ha scritto diversi libri, l’ultimo nel 2022: “Catalogo sentimentale degli oggetti perduti”.

L’ATTENTATO – Negli anni delle stragi di mafia, si è schierato in prima fila nella lotta a Cosa Nostra. Dopo l’omicidio di Libero Grassi, realizzò con Michele Santoro una maratona Rai-Fininvest contro la mafia. Un impegno che poteva costargli la vita: il 14 maggio 1993 una Fiat Uno imbottita di novanta chilogrammi di tritolo esplose a Roma in via Ruggero Fauro (vicino al Teatro Parioli).

In quel momento passava di là una Mercedes blu condotta da Stefano Degni, su cui sedevano Maurizio Costanzo e l'allora compagna Maria De Filippi. A breve distanza una Lancia Thema con a bordo le guardie del corpo Fabio De Palo e Aldo Re. Non ci furono vittime solo per un ritardo nello scoppio e per il muretto di una scuola che fece da protezione all'automobile blindata di Costanzo.

LE NOZZE CON MARIA DE FILIPPI – Era il 28 agosto del 1995 quando sposò Maria De Filippi, matrimonio celebrato con rito civile a Roma dall'allora sindaco Francesco Rutelli. Nel 2002 la coppia ha preso in affido e poi adottato un bambino.

Costanzo era reduce da altri tre matrimoni: nel 1963 con la fotoreporter Lori Sammartino, dal 1973 al 1984 con la giornalista Flaminia Morandi, dalla quale ha avuto due figli: Camilla e Saverio, oggi regista cinematografico e di serie televisive.  Dal 1989 al 1995 con la conduttrice televisiva Marta Flavi, dalla quale ha divorziato nel 1995.

Per tre anni, dal 1983 al 1986, ha convissuto con l'attrice Simona Izzo.

LE REAZIONI – «Ci lascia Maurizio Costanzo - ha scritto la premier Giorgia Meloni -: icona del giornalismo e della tv, che ha saputo raccontare anni difficili con coraggio e professionalità. Grazie per aver portato nelle case degli italiani cultura, simpatia e gentilezza. Un pensiero a sua moglie Maria e ai suoi cari. Buon viaggio».

«Ha rivoluzionato la comunicazione e la tv in Italia, senza mai mettere da parte l'impegno civile fino a sfidare senza paura la mafia, rischiando la sua stessa vita. Con Maurizio Costanzo se ne va un pezzo di storia culturale del nostro Paese», le parole di Giuseppe Conte, presidente M5s.

«È terribile, è morto nostro padre, mio padre, tuo padre, l'inventore della nostra tv, quella con tanti ospiti, quella con diverse voci», ha commentato lo storico dell'arte e sottosegretario Vittorio Sgarbi.

«Ho sempre pensato che questo giorno non sarebbe arrivato mai – il ricordo di Simona Ventura -. Per la persona che sei, la cultura che hai sempre elargito e la tua sagace ironia, questo paese perde TANTISSIMO. Abbraccio infinitamente Maria, Gabriele, Camilla e Saverio. Eri Vita. Buon viaggio».

«È un grande dolore. Ci conoscevamo da sempre, gli volevo bene. Ciao, Maurizio», il post di Gianni Morandi.

(Unioneonline/D)

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